Velvet Revolver – Contraband – 2004
| buttato dentro il 24 Agosto 2004 | alle ore 20:39 | da Alessandro Mano | nelle categorie musica, recensioni | se hai qualcosa da dire scrivilo qui » |Ultimamente compro solo dischi di band che mi fanno schifo. Voi esordirete con un bel eccccchissssenefrega…
In effetti…
Ovviamente fanno ribrezzo alla vista, non all’orecchio: 20 Euro son sempre 20 Euro…
Si è dimostrato così, dopo Jet, Darkness e Strokes, anche per i Velvet Revolver: una band odiosa alla vista, odiosa come carattere, dal parto musicale eterno, dall’attesa spasmodica per la pubblicazione e, tra l’altro, composti per 3/5 da ex-Guns che non ho mai sopportato troppo: tutti gli ingredienti giusti nella dose giusta per non comprare un album.
E invece l’idea serafica che ne davano molte recensioni, di un rock sincero e puro, mi ha convinto nell’insano gesto.
Beh, che dire… Un disco spettacolare, come ne ho sentiti pochi in questi tempi di magra musicale.
Slither, “Scivolone”, il primo singolo, che non avevo mai sentito prima, visto che non ascolto mai la radio e EmmTiVì è l’unica rete musicale che potrei vedere (e, evidentemente, me ne astengo), è stranamente alla posizione 11. Ma il mio dito non ha premuto sul tasto Forward, E questo dettaglio indica già la qualità delle canzoni che la precedono.
Le canzoni, mai violente nonostante la foga di questi arzilli vecchietti (se ne leggono davvero di tutti i colori: un Vasco o uno Zucchero può pubblicare la più grande cagata musicale che è una pietra miliare della musica, se invece dei musicisti escono dal seminato per tornare alle origini è perché sono bolliti), sono le classiche chitarra-chitarra-basso-batteria e, nonostante la classicità dell’intero lavoro, non scadono mai nel déjà-vu o nello scontato. Una bella sorpresa.
Da segnalare, oltre al singolo già citato (che, tra l’altro, ha un video rivoltante – sia per la loro presenza, sia per la scontatezza – che ho scaricato da internet dopo l’acquisto), l’ingresso e il proseguimento di Sucker train blues, la voce suadente di Scott Weiland in Do it for the kids, Big machine, l’unica dall’idea di già sentito Illegal i song, Superhuman e le ballatone Fall to pieces e You got no right. Non pensiate che le altre siano riempitivi…
Tracklist:
01. Sucker train blues
02. Do it for the kids
03. Big machine
04. Illegal i song
05. Spectacle
06. Fall to pieces
07. Headspace
08. Superhuman
09. Set me free
10. You got no right
11. Slither
12. Dirty little thing
13. Loving the alien
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