Les traditions – Schiavitù in Valle d’Aosta

| buttato dentro il 11 Aprile 2005 | alle ore 13:34 | da | nelle categorie aosta, politica | se hai qualcosa da dire leggi il commento e aggiungine un altro » |

Notizia: scoperto dai Carabinieri di Valpelline (Valle del Gran San Bernardo) un marocchino ridotto in stato di schiavitù, malmenato e minacciato. Veniva fatto vivere da due allevatori in una stanzetta senza servizi igienici, lavorava 18 ore al giorno senza paga, costretto nad allevare più di 40 mucche e un capriolo (quest’ultimo, ovviamente, in modo illegale). I due figli della coppia, ovviamente, erano consenzienti. E anzi, ci andavano giù insieme ai genitori con bastoni e forconi…
Sorgono spontanee alcune riflessioni
1ª domanda: Come è possibile una crudeltà simile? Malattie mentali? Lassismo culturale? Devianza isolata o fenomeno ripetibile?
2ª domanda: Come è possibile in un paese di pepie, zitelle e persone che non si fanno mai (ma proprio mai, manco ai funerali) i fatti loro come la Valle?
3ª domada: Adesso si darà la colpa al marocchino, ovviamente, che in un
anno non poteva non avere la possibilità di scappare. Fin dove si spingerà l’ipocrisia della “superiorità valdostana“?
4ª domanda: È possibile che una “persona” (che chiamare persona è troppo) come questo cavernicolo valpellinentze fosse in corsa per le elezioni?


One Comment on “Les traditions – Schiavitù in Valle d’Aosta”

  1. 1 Gericus said at 00:32 on Maggio 22nd, 2007:

    Ti dirò che io ho molti dubbi su tutta la faccenda. La mattina stessa quando il caso è venuto a galla mi sono recato sul posto e ho parlato con gli accusati. Non mi hanno dato minimamente l’impressione di essere dei “negrieri”. Mi hanno mostrato la camera dove dormiva il marocchino…il bagno a pochi metri di distanza e ho saputo poi che la chiave della camera ce l’aveva il marocchino stesso. Quindi? Partendo dalla camera che sembrava un porcile: (1) non so cosa centri il datore di lavoro. La doccia: (2) era a sua disposizione e infine,(3) aveva le chiavi per entrare ed uscire a suo piacimento. Una persona non è “schiava” quando è libera di muoversi e di conseguenza di fuggire in ogni momento. Cosa ne deduciamo quindi?… No, c’è qualcosa in questa vicenda che non mi convince…


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