Spiegare il sesso ai bambini? C’è ben di peggio…
| buttato dentro il 8 Aprile 2005 | alle ore 13:58 | da Alessandro Mano | nelle categorie aosta, politica, stra-cult | se hai qualcosa da dire scrivilo qui » |Peggio di spiegare ai bambini come nascono i bambini: spiegare agli adulti la politica valdostana.
Le elezioni comunali in 68 Comuni valdostani sono alle porte. Si prevede un’affluenza senza precendenti a causa della morte del Papa: la Valle ha sempre reagito da bastian cuntrari all’operato di Giovanni Paolo II. Lo ha prima ribattezzato lo Sen Përe montagnard Dzan Paul Second, salvo poi rispondere deserticamente alle sue proverbiali adunate oceaniche, poi gli ha voltato le spalle nel lutto. Ora risponderà con un’adesione alla consultazione elettorale opposta a quella italiana.
Dopo la boutade papale, andiamo ad analizzare la situazione attuale.
L’Union Valdôtaine, partito di maggioranza assoluta in Consiglio Regionale e movimento che esprime la maggioranza dei sindaci uscenti, si presenta in molti Comuni con un listone unico di stampo fascista. In molti altri Comuni si presenta invece divisa (ad Aosta addirittura in tre). Il centrosinistra, smanioso di allearsi con il partito di maggioranza piuttosto che con i partiti suoi vicini e alleati a livello nazionale, si presenta in quasi tutti i paesi con l’UV.
Anzi, in tutti. Perché con un trasformismo camaleontico riesce ad appoggiare sia il candidato UV1, sia l’antagonista candidato UV2.
Il centrodestra, in Valle minoritario, si presenta diviso in tre ad Aosta ed è praticamente assente nel resto della Valle (Courmayeur, caposaldo nero-azzurro, non rinnova il proprio scancagnato Consiglio Comunale). Alternativa Sociale, Forza Italia, Alleanza Nazionale imitano i partiti di sinistra tirandosi la zappa sui piedi.
Sarebbe così difficile centrosinistra da una parte, centrodestra dall’altra e autonomisti da un’altra ancora? Evidentemente sì. I camaleontici autonomisti, che tradizionalmente non stanno mai né a destra né a sinistra, ma stanno sia a destra sia a sinistra contemporaneamente, portano scompiglio in ogniddove, radicati tra la popolazione che ormai è orba e non vede alternative se non i tutori del loro orticello.
Ma veniamo ad Aosta, laboratorio politico per la scissione tra le due anime unioniste (inesistenti? non raccontate altre panzane, per favore) che ha poi contagiato molti altri Comuni. Quattordici liste. Un’enormità. Cinque candidati. Pochi e tutti uguali. Tre unionisti (o meglio post-unionisti, chi più chi meno) e due fascisti (o meglio post-fascisti, chi più chi meno).
A meno di un mese dalle elezioni non si è visto ancora un programma. A meno di un mese dalle elezioni l’unico moto di orgoglio è stato lo scagliarsi contro l’avversario che ha “saputo soltanto tappezzare la città di manifesti elettorali”, salvo poi tappezzare la città di più manifesti più grandi e più costosi. A meno di un mese dalle elezioni le inaugurazioni fioccano, i sorrisi si allargano, i telefoni squillano come mai accade se non ci sono elezioni. A meno di un mese dalle elezioni nessuno ha ancora capito chi votare e i poveracci che si incontrano per strada si rodono il fegato pensando a come non votare Union o estrema destra.
Leave a Reply