Valdostana medio-bassa…
| buttato dentro il 7 Aprile 2008 | alle ore 18:57 | da Alessandro Mano | nelle categorie aosta, musica, politica | parlando di gioiosi argomenti quali ad esempio adriana vierin, emilio fede, francesco tricarico, frankie hi-nrg, la stampa, mene, rap, valdomedio | se hai qualcosa da dire leggi i 33 commenti e aggiungine un altro » |La simpatica Adriana Viérin, consigliere regionale UV, risponde al brano “Valdostano medio” con una lettera alla Stampa. Qualche giorno fa, nel leggerla, non mi ero accorto del geniale “Mio caro Mene Aka” con cui apre la reprimenda al povero rapper, reo di aver scritto una canzone che ha come argomento la valdostanità: “Non offendere, se non vuoi offendere te stesso“. “Mene Aka” che è la dimostrazione, ancora una volta, dell’orgoglio tutto valdostano di non informarsi, perché tanto il francese e il patois sono più che sufficienti, l’inglese lasciamolo agli altri.
PS: AKA significa Also known as, “conosciuto anche come“. Non è un nome d’arte strampalato, ed è un’espressione piuttosto nota.
PPS: ah, e comunque la faccenda ricorda molto Emilio Fede che critica Frankie HI-NRG a Sanremo, perché fa del qualunquismo. E’ rap: non è qualunquismo. Provino loro a scrivere una canzone facendo dei distinguo o entrando nel dettaglio: “Fanno tutti i muratori / alcuni gli allevatori / qualcun altro però / anche il broker assicurativo. / Devo dire che mia cognata / ha il naso un filino a patata / qualche valdostano è anche bello / altri ancora hanno un cervello!”.
Il buonismo non è hip-hop, e l’hip-hop non è sociologia…
PPPS: Sarebbe un po’ come scrivere una lunga replica a Tricarico, che si permette di volere una vita tranquilla: manco un sussulto di orgoglio ogni tanto, un imprevisto? E che vita è!?
Un dannato genio la Sig.ra Vierin, qualcuno le mandi un link al Garzanit online, cosi’ sul vocabolario italiano cerchera’ la parola ironia, o meglio sarcasmo, e su quello inglese degli acronimi potra’ rendersi conto di quanto sia conforme al testo della canzone che critica tanto.
sei proprio un terrone!se nn ti sta bene vattene!!!c fai solo un piacere!
Spero che la tua, anonimo, sia ironia legata al mio post. Se non lo è, sappi che comunque mi sono fatto una grossa risata
“Fortunatamente sono un falso valdostano
io non parlo più francese parlo solo l’italiano”
Si à monsieur Mattia Menegazzi la francophonie déplaît, il n’a qu’à rentrer dans son pays et à maudire Mussolini de l’épuration ethnique commise dans la Vallée en y important moitié de population italienne immigrée et en faisant fuir les autochtones vers la France.
Ses parents (ou grands-parents) n’auraient jamais dû suivre le mot d’ordre fasciste d’italianiser la Vallée. Qu’il s’en prenne à eux, c’est leur faute.
Encore une génération, et les fils de putes dans son genre gueuleront dans leur langue à Milan “Fortunatamente sono un falso lombardo io non parlo italiano parlo solo araba / rumeno …”
Merci Chabod, merci Passerin D’Entrèves.
Voilà où votre lâcheté a conduit.
Odio il torpiloquio.
Odio chi fa di una lingua la propria bandiera.
Odio il qualunquismo.
Odio la mancanza di senso dell’umorismo.
Odio chi si sente superiore soltanto per ignoranza.
Odio chi si scaglia contro Chabod e Passerin perché si sono battuti (a posteriori, con lungimiranza) contro l’annessionismo e l’indipendentismo.
Se poi tutto è concentrato in tre righe di commento….. meno male, anonimo francofono, che non hai parlato anche di salassi e di celti.
PS: Je n’ai pas de problème à répondre en français ou en patois, mais j’ai beaucoup de visiteurs et de lecteurs italiens qui ne comprennent pas ces deux langues. Il faut être tolérants, quelques fois.
Autre chose: la France métropolitaine est un Pays où vive ethnies différentes, arabes, roumains, musulmans, chrétiens et protestants. Quelle invasion pour la Dzenta Valaye…
“Au milieu de nous un autre peuple s’est campé et agit en maître, un autre peuple qui n’a pas notre visage et dont les plus faibles parmi nous ont accepté le langage et quelquefois l’esprit, un autre peuple qui ne nous aime pas, qui nous hait même.”
“Mene AKA nous hait parce qu’il sent que, chez nous, il n’est pas chez lui.”
Emile Ch…
Caro anonimo valdostano purosangue, lei usa un pc rossonero e un provider web targato vda? O osa mischiarsi culturalmente ai “diversi” utilizzando la loro tecnologia?
ma andate a quel paese anonimi del cavolo e scrivete in italiano!!siamo in italia, ve lo siete dimenticato??la verità fa male eh, baKKan!!ahahhahahahahah!!
Federica: un tempo i “bacan” erano, per i francofoni, i contadini villani che parlavano patois, una lingua “sporca”, non ufficiale, non degna di tutela come il francese. Il “nobile” e antico francese, che i veri valdostani parlavano e che alcuni partiti ergevano ed ergono tuttora come propria bandiera… Persino l’UV era contro il dialetto…
vorrei dire all’anonimo che si esprime in francese che non è una lingua che fa un popolo ma un popolo che fa una lingua…e comunque la valle d’aosta è una regione italiana volente o nolente…se il francese è parlato (forse) solo dall’uno percento dei valdostani un motivo ci sarà…discorso diverso per il patois che è più “sentito” ma come tutti i dialetti prima o poi è destinato a sparire…l’uomo fondamentalmente è pigro e pratico per cui una lingua basta e avanza e se poi è molto diffusa ancora meglio…
che una classe politica col paraocchi obblighi alle tradizioni è un atteggiamento chiuso ed arrogante e poi quali tradizioni bisognerebbe mantenere ? chi si sente autorizzato ad imporle e per quale motivo?…poi di quale periodo storico bisognerebbe mantenerle?? perchè non parliamo latino in onore ai romani di Augusta Praetoria? perchè non usiamo ancora il calesse al posto dell’auto? …il mondo evolve, la gente evolve ..la lingua stessa evolve ed è solo un mezzo di comunicazione e come tale va usato… tra poco in italia ci saranno più arabi o cinesi che italiani e magari fra 20 anni la maggioranza parlerà arabo o cinese e allora?? chiamiamola evoluzione trasformazione ma è sempre stato così..l’unica cosa veramente da sperare è che razze diverse alla fine si fondano insieme e si capiscano magari con una sola lingua arricchendosi a vicenda con le rispettive tradizioni del passato senza però rimanerne schiave… mi sembra che la sua sia una battaglia persa e troppo personale… per dirla tutta mi sembra un tantino obsoleto..
Non c’è dubbio che il francese in Valle vada tutelato, anonimo dell’arabo e del cinese. Ma, per ogni cosa, c’è modo e modo di farlo
“tra poco in italia ci saranno più arabi o cinesi che italiani e magari fra 20 anni la maggioranza parlerà arabo o cinese e allora??”
— E allora? E ALLORA? mi fa caccare come non saprai mai.ça me fait chier plus fort que tu peux croire, It gives me the shit of the century, ich habe damit die Schnauze voll, ich kann nicht mehr, Schluss damit!
Rome cité chinoise: è fatto. Venise turko/kurde: ça viendra. Gènes & Turin = Maroc come Barcelone, on y arrive, patience!
Allora, ovviamente, quando si inizia dal “comunque la valle d’aosta è una regione italiana volente o nolente…”, mais ouè, nolente o volente on résigne ce qu’on est, d’où on vient, où on va, où on devrait aller. On sait comment ça a commencé ici (parce que OUI, ça a commencé comme ça), on voit où ça finira (“désolé Mohamed, je te prenais pour un Calabrais de Cogne…”).
“Volente o nolente” volens nolens: merci pour ce grand instant de polit-correct. Début du processus. Et bien du plaisir pour la suite.
PS: a.k.a. = “also known as”, je savais déjà il y a longtemps. Merci.
basta con questo francese!avete veramente rotto.la valle d’aosta è un paese chiuso, nn offre nulla, per i giovan men ke meno!!è una valle triste e morta!non vi rendete conto che i giovani scappano appena possono farlo!!?
Ragazzi, vi prego… Non riducete la discussione a “salviamo lo status quo della Valle in nome delle tradizioni” di chi scrive in francese contro “lo status quo fa schifo, viva l’Italia” di chi invita a non scrivere in francese.
Io invito a scrivere in italiano perché ho dei lettori interessati che mi chiedono il significato di espressioni usate in francese nei commenti. Oltre che sintomo di un’apertura mentale, è buona educazione.
“Filtro” un commento colorito di un altro simpatico lettore:
«parli dei valdostani come se fossero razzisti quando invece siete voi terroni,e tu in questo caso,i primi razzisti….
[Due frasi per niente carine e poco simpatiche sulle donne meridionali, definite tra l’altro come di facili costumi. Le elimino]
e poi non sputare nel piatto dove mangia,dove hanno mangiato i tuoi genitori non è carino!!cresci un po e vedrai che se ci si comporta bene,nessuno da la caccia a nessuno….
p.s io sono veneto,abito a torino e conosco tutte le popolazioni italiche e le più brutte non sono quelle del nord cresciute lavorando, ma quelle del sud mafiose, medievali, razziste e filo centraliste….ciao
viva la valdaosta,viva il nord!»
Vedi, è proprio perché non vedo queste grandi differenze tra nord e sud, tra uomini e donne, tra autoctoni e immigrati che non capisco tutto questo scaldarsi per una canzone satirica nemmeno così riuscita musicalmente.
Ma credo che ragionare con gente che si dichiara “non razzista” e poi attacca pesantemente meridionali e donne, dando del meridionale a me (come se fosse un insulto) che tra l’altro non lo sono, beh… è tempo perso. Lavando la testa all’asino si sprecano acqua e sapone…
la satira tientela per te…c’è gente che può anche sentirsi offesa da questo obrobrio della musica!…e poi non si può nemmeno definire satira…non ci sono solo vacche in valdaosta,la gente non puzza di letame e non è una regione chiusa….fossi in te,uscirei dalla mia camera e andrei a farmi un giro in mezzo alla gente magari capiresti che hai scritto una marea di stronzate..ciao
Sai cos’è la satira?
cmq te se ti un asu….gheto capiò mona!!!ciao sarre
è un particolare utilizzo dell’umorismo per denunciare e far riflettere sui problemi…e visto che in valdaosta non ci sono i problemi da te citati,non esiste satira nelle tue parole….ciao
Non era difficile capire che la canzone non l’ho scritta io, che non sono Mene (che tra l’altro non conosco) e che non sono un ragazzino. E che, non vorrei cadere nell’autoreferenzialità, ho la mente un po’ più aperta di altri…
Ci voleva impegno per pensare tutte queste stramberie insieme. E tu ce lo hai messo.
Ho capito tra le altre cose che tu sei tra quelli che fanno distinzioni tra satira e satira, dei fini intellettuali che non sanno nemmeno cosa sia la satira
la satira è tutto ciò che ti circonda ma che non fa parte di te!!se devi scrivere dei testi in futuro ti posso lasciare il numero di qualche mio amico più bravo di te…lo voui?fammi sapere grande satirico
Mi esprimo con parole il più possibili semplici:
1) non sono Mene, l’autore della canzone, e non lo conosco
2) non faccio satira, non ne sono capace
3) ho scritto in difesa di una canzone rap semplice, ironica e satirica
4) la canzone è stata dipinta come un attacco alla valdostanità, ma era satira, non un’analisi sociologica, né un campionamento statistico della popolazione, né tantomeno un manifesto di intenti politico
5) tu, anonimo, non sai cosa sia la satira: il Bagaglino non è satira; la satira non fa qualunquismo, è satira in quanto tale
6) in Valle d’Aosta i problemi citati da Mene ci sono eccome: ed è anche il motivo per cui questa polemica va avanti ormai da più di un mese. Chiusura mentale, tradizioni mitizzate come panacea di tutti i mali, alcolismo diffuso valutato come problema marginale, arretratezza economica e culturale, gerontocrazia e poco spazio per i giovani. Non ovunque, non coinvolgono tutta la popolazione (non voglio espormi ad eventuali accuse di qualunquismo), ma in alcune aree e in un alcune parti della società questi sono problemi grossi e seri.
Se non siamo d’accordo su questi punti, ti prego di non replicare oltre: continua pure a pensare che il nord sia buono, il sud sia cattivo, le donne siano tutte di facili costumi e i romeni siano tutti stupratori
ci mancherebbe….non ho bisogno della tua autorizzazione per continuare avedere il mondo come va visto….comunque sappi che la valdaosta è ben diversa da quella che tu descrive e forse e una delle poche regioni italiane che ancora si aggrappa,giustamente alle sue tradizioni che è giustissimo portare avanti….evidentemente tu non hai un’identità ma questi restano problemi tuoi,non dei valdostani che si avranno anche dei difetti,come tutti,ma non sono ubbriaconi e mentalmente chiusi….ti ripeto,esci di casa ogni tanto…ciao
Grazie per la lezione sul mio carattere e le mie radici. Vattene e astieniti da altri commenti, grazie
Già “volente o nolente” la Valle d’Aosta è in Italia…. proprio come volente o nolente Mattia Menegazzi vive in Valle d’Aosta… Buffo no come noi Valdostani dobbiamo metterci il cuore in pace e accettare l’italianizzazione ormai cinquantennale che viene fatta nella nostra regione mentre il sig. Menegazzi può sputare fango su persone che per fortuna mantengono le tradizioni delle nostra Valle come gli Allevatori, gli Agricoltori, i ragazzi che parlano Patois ecc… I sono un Valdostano strano, capisco il Patois ma non lo parlo, ritengo che il sistema Valle d’Aosta sia completamente sbagliato, me ne sono andato quattro anni via dalla mia Valle e vedendo l’Italia tanto amata da questi giovancelliho imparato ad amarla di più tornando… Beh almeno io me ne sono andato… nessuno è obbligato a restare qui a sentir parlare patois, ad andare al palchetto, ad aspettare in coda dietro al trattore o all’ape di turno… io ci resto xchè mi piace, anzi mi dispiace di non vivere a 1500 mt e di avere un bel allevamento… Gli altri sono liberi di trasferirsi ( certo bisognerebbe avere un pò di coraggio in più di quello che serve per fare due canzonette…), magari in città come Napoli, Reggio Calabria, Bari, ecc… certo li sentirebbe sicuramente il suo bell’italiano il sig. Menegazzi!
Gigi.
@Gigi: Tu dici “certo bisognerebbe avere un pò di coraggio in più di quello che serve per fare due canzonette..”, ma fermiamoci un attimo a pensare a chi è che ha scritto questa canzonetta. Ha 17 anni, non mi risulta sia mai vissuto al di fuori della valle d’aosta per un lungo periodo, e proprio per questo bisognerebbe prendere con le pinze tutte le sue accuse. E’ come quei ragazzi che alla fine del liceo smaniavano per andare a fare l’università a Milano o a Torino, poi quanti di loro sono tornati con la coda tra le gambe rivedendo un po’ le loro idee sulla Valle d’Aosta? Io ne conosco molti. Alla fine è un ragazzino, io gli darei il tempo per girare l’Italia e capire meglio come vanno certe cose, se poi da adulto avrà ancora le stesse idee potremo prendere più sul serio quello che dice.
@Federica: se non te ne frega niente del francese almeno cerca di avere un po’ di rispetto per l’italiano(= niente k).
A.
ma quanta gente che giudica…che spara sentenze..
non amo particolarmente la canzone di mene, ma è un punto di vista personale.. quello che non capisco è come mai i valdostani “puri” debbano sempre rispondere e parlare in francese, come fa l’union valdotaine ai comizi…patetici , vecchi…superati..
paolo
Se il pubblico a cui si rivolgono è regionale, quindi in grado di capire, che problema c’è a usare il francese?
A.
@A.
Il problema si crea quando una lingua, che è un mezzo, diventa un valore, una bandiera, una discriminante. Il francese in Valle d’Aosta dovrebbe essere di tutti, e invece negli anni è diventato di pochi. A chi darne la colpa non saprei, ma se tornassimo tutti a trattarlo come un mezzo, le cose sarebbero più semplici.
rispondo a chi si firma “a”,”Se il pubblico a cui si rivolgono è regionale, quindi in grado di capire, che problema c’è a usare il francese?” ti faccio un esempio pratico: se l’union valdotaine fa un comizio in un comune qualsiasi della vda e parla in francese il problema c’e’ eccome, perche’ a mio avviso trattasi di una grande mancanza di rispetto verso chi,magari,vuoi x ignoranza,vuoi x radici diverse da quelle puramente valdostane”,vuoi perche magari in residente in vda x motivi diversi, vedasi lavoro ecc.., non conosce il francese e/o il patois… eppure non mi sembra che tra le fila dell’ union valdotaine si siano candidati solo dei valdostani purosangue, ma, correggimi se sbaglio, mi sembra di aver notato alcuni cognomi del sud dell’italia. ora, ammesso che alcuni parenti, o conoscenti dei candidati (con cognome non valdostano)x l’union volessero seguire un comizio,come potrebbero capire il discorso? mi sembra una cosa grave, una situazione che denota una fortissima chiusura verso il “resto del mondo”. ti premetto inoltre che non sono un valdostano purosangue come te, dal momento che mia mamma è valdostana, mio padre sardo, quindi posso vedere la questione da posizione neutra.. per queste ragioni,sopra esposte, credo che la canzone del ragazzo di sarre, puo’ o meno offendere i valdostani, ma è innegabile che certi aspetti della “valdostanità” li abbia centrati in pieno.
paolo
@paolo: Io ho ammesso da subito che alcuni problemi portati alla luce da Mene non sono una novità ed esistono realmente, non credo che essere valdostani purosangue tolga la capacità di vedere le cose come stanno. La scelta dell’Union non manifesta apertura, è vero, ma mi sembra coerente con la sua linea politica, inotlre a rigor di logica chi non capisce il francese non verrà raggiunto dai loro discorsi e questo andrà solo a loro svantaggio.
(ah, per la cronaca io non voto Union, meglio specificare XD)
ma te baglio me! bouric!
te maché in teron!
fua di bale!!
vuoi la traduzione???
MA NASCONDITI!