(Senza titolo bis)

| buttato dentro il 19 Gennaio 2009 | alle ore 13:21 | da | nelle categorie politica | parlando di gioiosi argomenti quali ad esempio , , , , , , , , , , , , , , | se hai qualcosa da dire scrivilo qui » |

Ragazzine israeliane mandano doni natalizi agli amichetti palestinesiE, ovviamente, Hamas esulta. Israele, con la coda fra le gambe, si ritira prima che Barack Obama possa reagire, e Hamas grida vittoria. Il movimento terroristico palestinese dichiara raggiante, per bocca del suo leader Ismail Haniyeh, di aver perso “appena 48” attivisti del suo movimento nei bombardamenti. I poveri palestinesi innocenti, oltre 1100, morti dall’inizio del conflitto, non contano nulla. I 5000 feriti sono un corollario. La carestia, i miliardi di dollari di danni, un Paese in ginocchio, un milione e mezzo di persone nel terrore, senz’acqua, senza cibo… non esistono.

Hamas però ha aumentato il proprio consenso, e infiammato ancor di più le folle. Proprio grazie all’ostinazione di Israele, che reagisce al solletico di Hamas (oggi Vattimo, fazioso quanto si vuole, dice in una lettera alla Stampa che i missili qassam palestinesi sono “poco più che petardi) con il fosforo bianco, il movimento palestinese è ancora più forte, e Fatah, oltre ad aver perso qualche suo aderente nelle ritorsioni di Hamas durante questi giorni di caos, esce con le ossa a pezzi. Hamas è più forte grazie alla sua retorica totalitaria, che ricorda molto il “vincere, e vinceremo” di un tale pelato che ha governato l’Italia per circa vent’anni, per l’ostinazione nel fare di ogni guerra un successo e di ogni morto un martire: è ormai un meccanismo consolidato, che le bombe rafforzano.

Più li bombardi, più si alimentano. Più morti cadono attorno a loro, più vedove e orfani li appoggiano, per ripianare il proprio dolore. Più uniti contro un nemico comune, che oggi si chiama Israele, e che presto la retorica filo-israeliana chiamerà “Occidente”, cercando di scatenare ancora una volta lo scontro di civiltà. «I palestinesi vogliono distruggerci, l’Islam è una religione che predica la guerra santa». Me lo immagino già un titolo di Libero – o del programma elettorale di Magdi Allam – che scriverà queste oscenità.

Israele si ritirerà, otterrà l’appoggio di una forza internazionale, che per prima cosa bloccherà il riarmo palestinese, senza ovviamente sfiorare gli arsenali israeliani. Se l’Onu e gli Stati Uniti, più i secondi che i primi, lo vorranno, la via diplomatica riprenderà vigore: ma fino a che le decisioni saranno a senso unico, senza che si conservi la dignità per i popoli arabi e senza che Israele torni ad essere una delle due parti in causa, e non il solo referente, Hamas porterà morte e distruzione. Hamas sarà ancora più forte, come è normale che sia.

Nell’immagine, tratta da qui grazie a El Pì, ragazzine israeliane mandano doni natalizi agli amichetti palestinesi, con tanto di dedica.



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