Non socializzerò con voi. Me ne starò chiuso nel mio abitacolo
| buttato dentro il 15 Febbraio 2010 | alle ore 19:21 | da Alessandro Mano | nelle categorie storie di vita vissuta | parlando di gioiosi argomenti quali ad esempio aosta, autostrada, frecciarossa, milano, pdl, torino, trasporti | se hai qualcosa da dire scrivilo qui » |Avrò un’abbronzatura autostradale perfetta.
Com’è un’abbronzatura autostradale? Se esiste quella da muratore, esiste anche quella autostradale. In pratica, ti arrostisci solo un lato della faccia e del collo, e una delle due braccia. In questo caso, solo la mano sinistra, perché l’inverno sconsiglia canottiere da camionista, se non sei un camionista.
Fermi da un’ora per un incidente. Il finestrino è aperto, ci sono ben 6 gradi e la neve resiste a bordo strada. Ma al sole si cuoce. Passa un Frecciarossa.
La gente, se viene bloccata da qualche parte, dà il peggio di sé. Un elegante signore con Mercedes megagalattico si spazientisce, e continua a grattarsi amabilmente le chiappe. Un vecchietto fa scendere un cane spelacchiato e lo fa pisciare in mezzo alla strada, a mezzo metro dal mio finestrino: poverino, è rattrappito e non riesce ad alzare la zampa. Un giovane si agita camminando avanti e indietro, con un impianto di auricolari per il telefonino con cui potrebbe ricevere il digitale terrestre meglio che a casa mia, alla faccia del bluetooth. Un camionista scende dalla gradinata barocca del suo TIR e inizia a lavare il muso del suo camion, con una tazza da tè nell’altra mano.
Tutti telefonano. Nessuno sa niente. Solo un altro camionista slavo – e non è un luogo comune, quello del camionista slavo – ha sentito qualcosa via radio. L’elegantone del Mercedes si lancia nel ruolo di interprete.
«Where is blocked the autostrada?».
Due chilometri e mezzo più avanti.
«I saw the elisoccorso».
Sì, è un incidente grave: «Sennò non sarei costretto a starmene qui con questa fauna esotica», penso. Passa un altro Frecciarossa. Tutti vanno verso Torino più veloci di noi.
Nel frattempo, fossi piemontese, sarei stato convinto a votare un certo Caramella. Almeno per il nome. Il suo camper elettorale blu (PdL) e arancio (speranza? passione? Yushenko? Louvin?), con tanto di megalink al sito web, a Facebook e a Youtube, è fermo sulla rampa di accesso all’autostrada. Siamo a pochi metri da un casello, ironia della sorte. Ha scelto, come tutti noi, il momento sbagliato per prendere l’autostrada. Ci fa sapere «Io sono pronto, e tu?» e di essere la «voce del tuo territorio in Regione – Con il tuo voto vince il territorio, vinci tu». C’è anche il candidato, con tanto di giacca e cravatta. Intanto stanno arrestando un altro rappresentante del territorio. In Provincia.
Arriva la polizia. E’ passata un’ora e 45, e uno sconsolato “ausiliario del traffico” ci ha detto che ce n’è ancora per un paio d’ore, prima di passare. La polizia, visto che siamo a 400 metri dal casello precedente, fa fare inversione di marcia a tutti, tranne ai TIR. L’autogrill successivo, sul percorso alternativo dell’A26 che ci fanno percorrere, è preso d’assalto.
Quattro ore e trenta da Milano ad Aosta. Un nuovo record. Quasi quasi la prossima volta prendo il vecchio e caro treno a carbone.
PS: fate sempre pipì prima di mettervi in viaggio.
PPS: è proprio il periodo di carnevale, a portare sfiga.
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