La simpatica Adriana Viérin, consigliere regionale UV, risponde al brano “Valdostano medio” con una lettera alla Stampa. Qualche giorno fa, nel leggerla, non mi ero accorto del geniale “Mio caro Mene Aka” con cui apre la reprimenda al povero rapper, reo di aver scritto una canzone che ha come argomento la valdostanità: “Non offendere, se non vuoi offendere te stesso“. “Mene Aka” che è la dimostrazione, ancora una volta, dell’orgoglio tutto valdostano di non informarsi, perché tanto il francese e il patois sono più che sufficienti, l’inglese lasciamolo agli altri. Continua…
Duemila dischi, centoventi magliette, quattro casacche originali, quattrocento novantaquattro memorabilia, decine di autografi, quaranta locandine di film. I numeri sono puramente inventati, ma danno l’ordine di grandezza dell’evento. Una mostra con doppia sede espositiva farà impallidire Liverpool nel confronto con Aosta, che per cinque mesi ospiterà a corollario una serie di iniziative musicali, cinematografiche e popolari sui Beatles.
Il più grande gruppo pop-rock della storia ha invaso la città: il museo archeologico percorre tutta la carriera dei quattro (soltano come quartetto e non come solisti) in una ventina di spazi, articolati in maniera varia; il centro Saint-Bénin ospita invece l’angolo cinematografico, con un omaggio ai (brutti) film dei baronetti.
Tutto molto bello, ma anche dopo due mesi, non mi convince… Ummh… Eppure i Beatles li amo, più di ogni altro gruppo. Forse però sono una cosa intima, indipendente dalla grandezza e dal numero di gadget esposti in un museo.
In mezzo al prato indovina cosa c’era… In mezzo al prato indovina cosa c’era…
L’ennesimo concerto in un posto impensabile, per gli standard canonici. Da restare a bocca aperta, per chi non ha mai visto l'”anfiteatro Giovanni Paolo II” di Sordevolo. Perché un festival musicale così piacevole e con artisti di richiamo finisca in provincia di Biella, non si sa. Non che abbia qualcosa contro Biella, anzi. Ma se pensiamo al deserto culturale di Novara, Ivrea, Aosta, Biella spicca in positivo per la capacità di attrarre, di organizzare, di offrire anche ai “vicini di casa” dei concerti sostanziosi.
L’altra sera c’erano i Verdena, altri che hanno avuto la sfiga e la fortuna di nascere in Italia, un nome una garanzia. Bel concerto, tirato, rock.
Ma appunto, la caratterizzazione lascia basiti: un qualsiasi posto di prima collina, senza nessuna differenza da altri millemila posti di prima collina, con un mega anfiteatro all’aperto, un palco degno di un festival oceanico, un angolo con bar “open air” da far invidia a qualsiasi località turistica… A Sordevolo. A Biella. In una zona in crisi industriale. In una zona senza i soldi dell’Autonomie. Continua…
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