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buttato dentro il 3 Gennaio 2021 |
alle ore 11:57 |
da Alessandro Mano |
nelle categorie news |
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Ci ho messo tre giorni ma adesso l’ho capito: l’altra sera avete fatto il conto alla rovescia alle lamentele per il 2021
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buttato dentro il 20 Dicembre 2020 |
alle ore 21:50 |
da Alessandro Mano |
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Fai una vita così grama per diventare area gialla, che quando ci entri alla fine non te la godi neanche così tanto
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buttato dentro il 6 Dicembre 2020 |
alle ore 10:48 |
da Alessandro Mano |
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Tante cose non capisco, e infatti di questa pandemia non ho mai scritto una riga riservando ai social soltanto le mie personali scemenze.
Una, però, non la capisco proprio: chiedo a qualcuno degli esperti che legge se ha due minuti per chiarirmi le idee.
Ora: non usciamo di casa da un mese, se non con la mascherina. Non possiamo vedere nessuno. Ci laviamo le mani compulsivamente. Nelle pochissime occasioni in cui dobbiamo stare al chiuso con qualcuno, spalanchiamo porte e finestre raggiungendo temperature da Siberia, e chiudiamo tutto solo quando naso e orecchie stanno per staccarsi, solo per evitare di sfigurarci per sempre.
In tutto questo, i casi di Covid-19 sono scesi moltissimo.
La cosa che mi arrovella da tempo è: ma se non piglio il Covid perché adotto seicento precauzioni al limite dell’ossessione, ma dove dovrei prenderla di preciso l’influenza stagionale?
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buttato dentro il 31 Ottobre 2020 |
alle ore 11:05 |
da Alessandro Mano |
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L’altra sera ero in un’enorme casa, in via Festaz, ad Aosta.
C’era una specie di festicciola, nei sotterranei.
Sta di fatto che siamo entrati all’ora dell’aperitivo, siamo usciti verso mezzanotte.
Una volta fuori, c’era il sole: all’altezza del punto in cui tramonta in questo periodo, ma alto, caldo, innaturale.
Io mi sono stupito della cosa, gli altri che erano con me invece sembravano tranquillissimi: «Ma non lo sai che è cambiata l’ora?».
Ho capito, cari amici, ma è mezzanotte, il sole è in una posizione che non ha senso, non siamo in Svezia – né all’envers – cos’è che non quadra? «Sei il solito esagerato, tiri fuori sempre storielle nuove per lamentarti dell’ora solare».
[Ah, prima che arrivi qualcuno a dirmi che faccio le feste e gli assembramenti e signora mia il Covid-19 dove lo metto, è un sogno. Ma lo uso per ribadire una volta di più quanto io e il mio inconscio ci andiamo fuori per sta storia, ogni anno]
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buttato dentro il 25 Ottobre 2020 |
alle ore 12:13 |
da Alessandro Mano |
nelle categorie news |
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«Ormai sono un ometto, quest’anno il cambio dell’ora non mi frega» ho pensato ieri sera andando a dormire.
E invece, puntuale due volte l’anno, ci sono ricascato.
Mi sono svegliato presto (non chiedetemi se alle 6 o alle 7 perché gli orologi di casa facevano due ore diverse).«Beh, faccio colazione e torno a dormire».
Chiudo gli occhi, li riapro. È passata un’ora e 10, «e dai, è ora di darsi da fare, op op op, sono quasi riposato».
E in sostanza, adesso che mi aggiro cadavere per casa, ho fatto mente locale e ho dormito ben 10 minuti.
Dopo chiamo Augusto Rollandin e gli chiedo come funziona con i microsonni.
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buttato dentro il 9 Maggio 2019 |
alle ore 18:59 |
da Alessandro Mano |
nelle categorie demenza giovanile, news |
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Circola nel web da qualche settimana una mappa estrapolata da «Tanti auguri», successo immortale di Raffaella Carrà che sancisce che è bello far l’amore soltanto da Trieste in giù. Sottintende, Raffaellona, che da Trieste in su insomma, non è mica la stessa cosa. Forse l’ardore non è lo stesso, la passione scema, i nordici sono freddi e poco prestanti. Sottintende tante cose, bisognerebbe intervistare lei e i suoi autori.
Ecco, nel piccolo del provincialismo nostrano, in Valle d’Aosta è serpeggiato un filo di terrore: la Raffa’s Line, una nuova Maginot da non oltrepassare, ci taglia fuori. Continua…
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buttato dentro il 22 Dicembre 2018 |
alle ore 17:37 |
da Alessandro Mano |
nelle categorie giornalismo, news |
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Ieri sera un ragazzo tra i 25 e i 30 mi avvicina: «Tu fai il giornalista».
Dubito l’abbia capito dal mio abbigliamento di gran classe, o dallo sguardo costantemente curioso, anche perché il Borsalino nero con la scritta PRESS l’avevo dimenticato a casa. Più probabile mi aveva già visto da qualche parte.
«Eh beh, sì».
«Bel lavoro, guadagni un sacco di soldi». Continua…
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buttato dentro il 19 Novembre 2018 |
alle ore 14:54 |
da Alessandro Mano |
nelle categorie aosta, news |
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Poste Italiane dice oggi che nel 2018, in 9 mesi, ha consegnato oltre 262 mila pacchi in Valle d’Aosta. Gli abitanti sono 126 mila, vuol dire che sono poco più di due pacchi a residente.
Compresi i neonati e i bambini. Compresi gli anziani che manco sanno accendere un computer. Compresi i nullatenenti che non si possono sognare di comprare sta roba manco al negozio della Caritas. Compresi i residenti che in realtà vivono o lavorano altrove e di certo non si fanno spedire roba qui. Se togliamo queste categorie, arriviamo pure a tre, forse quattro pacchi in media.
E mancano ancora le feste di fine anno. Continua…
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buttato dentro il 29 Ottobre 2017 |
alle ore 13:46 |
da Alessandro Mano |
nelle categorie news |
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Dalla vicenda degli incendi sulle valli piemontesi ho capito questa cosa: non siamo marginali perché il primo cinema è a un’ora di distanza o perché non ci sono ferrovie o le scuole fanno sezioni multiclasse. Siamo marginali perché finché la cenere dei nostri alberi non arriva sui parabrezza delle auto in città, a nessuno frega che la Val Susa stia bruciando. Se la montagna continuerà a essere considerata un posto mistico e sacro, che esiste solo per le liete evasioni della domenica, la gente che ci abita, come me, sarà costretta pian piano a scappare, come stanno facendo ora gli animali dai boschi in fiamme.
Sara Colombo
28 ottobre 2017 alle 20,54
In questi giorni, tra i monti valdostani, ci riempiamo la bocca del concetto di autonomia Continua…
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buttato dentro il 11 Maggio 2017 |
alle ore 14:50 |
da Alessandro Mano |
nelle categorie news |
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È squallido che un nero debba essere povero. E restarlo.
E non possa avere un hoverboard, o giocare a calciobalilla, o mangiare un gelato. Profugo, valdostano, richiedente asilo, senegalese, clandestino, italiano: deve restare povero.
Anni di retorica razzista della Lega e dei partiti fascisti hanno fatto sì che ogni sentimento vada cancellato. Se un richiedente asilo è fotografato con le dita nel naso, additato per aver commesso chissà quale delitto, non ci si indigna. Semaforo verde per l’indignazione se è un africano residente in Italia da anni «anziché un normale clandestino»: questa l’ho letta oggi su un sito web, scritto da qualche collega giornalista che, per ingenuità, meriterebbe lo stesso procedimento disciplinare dell’autore del post razzista qui sotto. Altri giornalisti scrivono di un «residente valdostano scambiato per migrante». Nel secondo caso, varrebbe tutto, e tutti starebbero tranquilli. Continua…
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