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buttato dentro il 18 Aprile 2005 |
alle ore 19:02 |
da Alessandro Mano |
nelle categorie aosta, sport |
parlando di gioiosi argomenti quali ad esempio bicicletta, citta, trasporto pubblico |
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L’obiettivo minimo è portare a casa la pelle. La sfida è ardua. Infilarsi in un percorso senza punti di riferimento, tra ostacoli insormontabili e vuoti incolmabili, psicologicamente smunti dal contorno urlante si deve sopravvivere alla giungla. Da piccoli ci avevano avvertito: segui la tua via e non sgarrare. E soprattutto non scartare di colpo. Lunghi nasi, bugiardi solo a vederli, sostenevano che no, finalmente, si poteva stare tranquilli.
Farsi travolgere è facile, gli imprevisti sono dietro l’angolo, e sono sempre più grandi e più robusti di te. Desistere sarebbe fin troppo facile, l’alone di sfida intriga come un antro buio pieno di sorprese. E poi, diciamocelo, chi ve lo fa fare di stare tranquilli e seduti spianando la strada con un aiuto esterno… Meglio tremare per l’emozione dell’aria fine e frizzante che rinfresca i troppi pensieri, meglio la battaglia per i propri spazi alla dominazione totale e assoluta.
Sui carboni ardenti o nel ghiaccio più freddo. Tra le foglie morte e le lacrime della città. Nell’autunno delle idee che paralizza ogni decisione.
Dura la vita del ciclista in città…
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buttato dentro il 14 Febbraio 2005 |
alle ore 10:51 |
da Alessandro Mano |
nelle categorie sport, stra-cult |
parlando di gioiosi argomenti quali ad esempio 14 febbraio, 1999, basket, bolivia, ciclismo, dario frigo, don pierino gelmini, doping, gilberto simoni, madonna di campiglio, marco pantani, mont ventoux, pro tour, rimini, san valentino, toce |
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E se a Madonna di Campiglio tutto fosse filato liscio?
E se la stampa non lo avesse massacrato per tutta l’estate del ‘99?
E se i suoi “veri” amici gli fossero stati vicini sin dalle prime difficoltà?
E se i manager e la squadra avesse parlato subito della sua tossicodipendenza?
E se Don Gelmini fosse riuscito a portarlo con sé in Bolivia, lontano dai riflettori, dagli scandali e dalla solitudine interiore?
E se i giocatori di basket del Rimini si fossero accorti di qualcosa passando davanti alla sua camera in cui si era rinchiuso negli ultimi giorni?
E se… Continua…
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buttato dentro il 7 Gennaio 2005 |
alle ore 20:29 |
da Alessandro Mano |
nelle categorie aosta, sport |
parlando di gioiosi argomenti quali ad esempio aosta, bicicletta, ciclismo, duitama, montagna, morgex, parigi-roubaix, roma, sarre |
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Allegria e compagnia dentro.
Potrebbe essere un nuovo spot pubblicitario per la montagna.
Ma è semplicemente la frase che mi viene in mente ripensando alla pedalata di oggi. Ormai, grazie a qualche contatto, vengono a trovarci anche in pieno inverno: l’ultimo, Ludovico da Roma, amante della montagna e della bicicletta, in Valle d’Aosta per vacanze sulla neve, carica in macchina all’ultimo momento anche la specialissima.
E così via, si parte da Morgex, ai limiti della sopportabilità tra aria fresca e neve a bordostrada. Giù, fino ad Aosta. A tratti impantanati tra sale, acqua di scioglimento e ghiaccio vivo. A tratti riscaldati da un pallido sole, che si fa più caldo solo nei dintorni di Aosta. Un compagno di avventura, temerario e bardato fino all’inverosimile con i soli occhiali a lasciare intravedere il volto, fa dietrofront e si accoda al nostro terzetto (c’era anche il mio amicone Matteo, talmente ovvio che non l’ho scritto). Il freddo non mi permette di ascoltare il fitto dialogo tra i due miei originari compagni di pedalata: un sottocasco iper-innovativo è abbastanza innovativo da rendere il discorso un debole bla-bla.
Una mini-Roubaix in centro ad Aosta, o meglio una slalom-vasca, segna il giro di boa. Poi su per la panoramica, il sole è caldo ma il ghiaccio non molla. Lo strappetto del castello reale di Sarre ci ricorda Duitama, con la ruota posteriore che slitta perché noi, sui pedali, ricordiamo molto vagamente un pirata che non c’è più che, troppo potente, faceva la stessa cosa sotto la pioggia. Poi Ludovico ci saluta: l’appuntamento è per l’estate, per un bel giro al caldo con qualche bella salita. Io e Matteo torniamo al polo per recuperare la macchina a Morgex e tornare ancora una volta ad Aosta. All’ombra del campanile, il termometro segna 4°. Poi, l’effetto dell’inversione termica ci saluta e ripiombiamo sotto zero.
Ma il cuore è caldo e l’estate sembra più vicina (ummh….. ma non ero post-romantico???)
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buttato dentro il 31 Dicembre 2004 |
alle ore 10:55 |
da Alessandro Mano |
nelle categorie aosta, cultura, sport, stra-cult |
parlando di gioiosi argomenti quali ad esempio aosta, cervinia, cross country, downhill, freeride, la thuile, mountain bike, pila, sci, tesi, università, universita della valle d'aosta |
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Per tediarvi ancora un po’, il “sottotitolo” di un project work che sto facendo e scrivendo. Inauguro così una nuova categoria, Accademic, in cui illustrerò le scoppiettanti novità dell’Università della Valle d’Aosta e delle sue colleghe in giro per il mondo. Ma ecco il tutto:
«Analizzando l’offerta turistica estiva in Valle d’Aosta, si può notare come negli ultimi anni questa si sia arricchita di nuovi prodotti. Tra di essi, un nuovo modo di concepire la Mountain Bike è arrivato anche nella nostra Regione, in ritardo di molti anni rispetto ad altre località dell’arco alpino.
Lanciarsi da una pista da sci con una bicicletta è ancora visto con cattivo occhio da molti: la sfida è quella della sicurezza, tramite guide esperte che già lavorano con profitto e tramite una regolamentazione (per ora inesistente) più attenta a tutti gli utenti della montagna.
Le località che hanno accettato di rimettersi in gioco sono per ora due, La Thuile e Pila: la MTB classica (il cross country), che pur si pratica in entrambe le località, ha lasciato il passo al freeride e al downhill, per ora limitato a Pila. Cervinia sta a guardare, puntando, come Pila, su alcuni eventi, ma non avendo ancora un’offerta definita.
La promozione e la qualità hanno dato i propri frutti, il prossimo passo è l’integrazione del biker con un sistema di offerta che è in gran parte inadatto e antiquato rispetto alle sue esigenze».
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buttato dentro il 30 Dicembre 2004 |
alle ore 21:40 |
da Alessandro Mano |
nelle categorie cultura, giornalismo, musica, recensioni, sport |
parlando di gioiosi argomenti quali ad esempio alan clayson, beatles, beppe conti, brian epstein, ciclismo, fab four, gianfranco josti, john lennon, madonna di campiglio, manuela ronchi, marco pantani, marco travaglio, media, musica, peter gomez, pop, regime, rock, silvio berlusconi, the beatles box |
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Mes amis mi hanno regalato per Natale (uno dei pochi regali ricevuti, meglio così) “The Beatles Box“, raccolta di quattro biografie dei Beatles di Alan Clayson, una per ognuno. Dopo una prima lettura di quella di John, un primissimo commento, che molti di voi troverete noioso: senza Brian Epstein i fab sarebbero stati molto meglio ma non li avrebbe conosciuti nessuno. A causa di questo manager puntiglioso, i fab hanno esordito senza essere i ribelli che erano in precedenza, con un batterista che successivamente avrebbe fatto notare i propri limiti (o la sua grandezza?), con un look che li ha resi cool e pop.
In precedenza ho finito di leggere le biografie di “Marco Pantani, Un uomo in fuga” della sua (ex) manager Manuela Ronchi e del giornalista Gianfranco Josti, e “Marco Pantani” di Beppe Conti. Il primo, più personale e meno giornalistico, almeno nella seconda parte, svela la verità (o meglio, una delle verità) sugli ultimi anni di vita del Campione, da Campiglio in poi. La carenza descrittiva della prima parte è colmata dalla seconda biografia, maggiormente giornalistica e curata, che però come rovescio della medaglia ha una velata ipocrisia nel racconto dell’ultima parte e non può avere certo la cura del dettaglio della prima.
Infine, ho iniziato la lettura di “Regime” di Marco Travaglio e Peter Gomez. Tutt’altra lettura rispetto agli altri due libri, presenta una concezione che, con il livello dei media di questo periodo, risulta quantomeno strana.
Ah, il regime di cui si parla è quello attuale italiano, causato dalla concentrazione dei 4 poteri in una persona sola, l’Altissimo. E, seppur con una visione che sarebbe stigmatizzata e censurata dal regime se solo non fosse un libro, descrive pennellate di un’agghiacciante realtà dei nostri tempi.
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buttato dentro il 26 Luglio 2004 |
alle ore 13:07 |
da Alessandro Mano |
nelle categorie sport |
parlando di gioiosi argomenti quali ad esempio aosta, ark, auro bulbarelli, col de la ramaz, courchevel, danilo hondo, david moncoutie, fdjeux.com, filippo pozzato, folla, francia, francisco mancebo, gendarmeria, gilberto simoni, grenoble, isere, ivan basso, jan ullrich, jean-marie leblanc, jorg totschnig, jose azevedo, juan antonio flecha, l'alpe d'huez, la plagne, lance armstrong, laurent jalabert, le bourg-d'oisans, matteo tosatto, michael boogerd, michele scarponi, morzine, piccolo san bernardo, pietro caucchioli, polizia, ragt semences, richard virenque, rolf aldag, saeco, santiago botero, sebastien joly, t-mobile, thomas voeckler, trek, us postal service, uwe peschel |
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Scena 1: Affannosa corsa verso Grenoble
Accumulando ritardi su ritardi, i nostri eroi tentano di giungere in tempo alla mèta. Panini dispersi, Polizia in autostrada a dettare un ritmo degno di un gruppo che non segue quella che diventerà una fuga bidone, automobilisti imbranati e camion che rallentano la corsa fanno accrescere a dismisura l’attesa per il Tour.
Finalmente, dopo il Colle del Piccolo San Bernardo, una “Nationale” francese è decisamente più scorrevole della strada che si inerpica e poi ridiscende dal colle, e la successiva autostrada sarà una gioia per i pochi cavalli addormentati della mia Punto. Dopo una salassata autostradale (7 Euro per una settantina di chilometri, da noi ci lamentiamo di pagare caro quando arriviamo a 2 Euro… Ah, l’Italie!!), finalmente arriviamo nella ridente città dell’Isère.
Scena 2: Incontro con il marziano
Lasciata l’auto, proseguiremo con una navetta. Sempre se la troveremo. Sono le 11:15, l’ultima sarebbe dovuta partire un quarto d’ora prima… Evidentemente non siamo gli unici ritardatari. Fatto il biglietto, conosciuto il cagnone che ci avrebbe allietato il viaggio con il suo simpaticissimo fetore, ecco la seconda lieta sorpresa (dopo la navetta per ritardatari) della giornata: un drappello di ciclisti ci passa accanto, ma non sono comuni pedalatori. Lance Armstrong in persona, con il fido José Azevedo, tira un gruppetto di cicloturisti al gancio, seguito dall’ammiraglia US Postal Service. Azz… Un breve riscaldamento in scioltezza a 50 chilometri dalla partenza: il marziano non lascia proprio nulla al caso.
Scena 3: Le Bourg-d’Oisans
L’eterno viaggio in pullman lungo la valle dell’Oisans si trasforma in una trasferta in terra teutonica: tra molti francesi e qualche italiano, a farla da padrone sono quattro tedeschi, che tengono banco in un florilegio di decibel non smettendo per un secondo di parlare… E Matteo riesce quasi ad addormentarsi: stupefacente.
Arriviamo a Le Bourg-d’Oisans dopo un’eternità, così ci perdiamo la strepitosa carovana pubblicitaria; poco male, considerando che la nostra è una sfida a rincorrere. Subito un’ammiraglia T-Mobile tenta di tirarci sotto per portare Santiago “Botolino” Botero e Rolf Aldag in zona rulli. Poco più lontano, danno le ultime pedalate e perdono le ultime gocce di sudore Danilo Hondo e Uwe Peschel. Non immaginiamo cosa sia in casa RAGT Sémences, una specie di cronometro a squadre sui rulli: la squadra francese, cenerentola del gruppo, occupa gli ultimi posti in classifica e il riscaldamento intorno al loro pullman deve essere frenetico. Anche in zona Saeco e in zona FDJeux.com sono parecchi a frullare. Jajà si aggira nella zona della partenza, a fare da padrone di casa.
Scena 4: La montée de l’Alpe
Il primo tratto, pianeggiante, esce da Bourg d’Oisan e addirittura scende, dopo un ponte. Michele Scarponi si ferma per una foto con due giovani fans francesi. Pozzato, Flecha e Tosatto provano le prime rampe della cronometro. La folla è abbondante, ma non compatta e impenetrabile come avrei immaginato. C’è un posto anche per noi ritardatari. Così, dopo aver lasciato anche noi un po’ di sudore sulla strada, decidiamo di fermarci poco prima del primo tornante, dove la strada spiana dopo il tratto più duro. Siamo appena in tempo.
Scena 5: La gara
Nelle nostre due esperienze precedenti tra il pubblico della Grande Boucle, aveva sempre vinto il corridore che per primo ci era passato davanti. Nel 2002 Boogerd a La Plagne, lo scorso anno Virenque sul Col de la Ramaz per arrivare in giallo a Morzine. Ma questa volta, la sorte non sarà la stessa per il povero Sébastein Joly. Sarà invece l’ultimo partito a vincere. Lo si poteva capire solo vedendolo.
I francesi fanno un tifo sfegatato per gli atleti di casa, spingendoli letteralmente con un “Op-op-op” costante dalla partenza all’arrivo. Per gli altri, sono solo applausi. Alcuni ciclisti, oggi senza casco per la gara completamente in salita, hanno evidentemente passato più tempo davanti allo specchio che sui rulli per scaldarsi: sfoggiano pettinature degne di rock star impomatate (o, come dirà Matteo, degne del cantante degli Ark). Perlomeno sono facilmente riconoscibili.
Per il pubblico la cronoscalata è l’ideale: si sa chi arriva, si sa come tifarlo, si può stimare il ritmo che ognuno tiene. Il mito tra questo pubblico è un anzianotto, completamente vestito US Postal e con bici Trek, che conosce ogni singolo ciclista, cita i vari successi. E i vicini ne sono entusiasti. La tristezza sale, ripensando a chi in Italia si sta mandando in pappa il cervello con il Bulba…
Un boato accompagna Moncoutié, che farà una grande prestazione. Virenque, idolo dei transalpini, è pimpante sui pedali, ma è il suo normale atteggiamento per affrontare la salita, non farà granché. Simoni non va. Non ci capacitiamo di come possa dire di non sentire la corsa.
Caucchioli è una specie di dannazione per il pubblico francese: diventa “Chiocchiolì”, “Causciolì”, “Sciosciolì”, e chi più ne ha più ne metta.
Scena 6: I mostri
Ecco Voeckler, campione francese e maglia gialla per 10 giorni. La sua maglia bianca di miglior giovane evidenzia un po’ di pancetta (una rarità tra questi 157 atleti tirati a lucido e quasi impressionati), e infatti la sua cronoscalata sarà tutto tranne un successo. Il vecchio Totschnig è sempre efficace, Azevedo è una sorpresa.
Ullrich è impressionante: sempre con le mani sulle prolunghe, sinora l’unico ad averle montate. Esce dal tratto più duro della salita in posizione, esprimendo una potenza fuori dal comune. Mancebo è in evidente calo, sale con la testa storta.
Basso è partito decisamente forte, ma le prolunghe sulla sua bici paiono fuori luogo: Ullrich in confronto sembrava un carro armato, e per il breve tratto pianeggiante possono essere servite a poco. Ma il vecchino francese dice, cronometro alla mano, che l’italiano ha lo stesso tempo di Ullrich.
È Armstrong il vero spettacolo: sempre agile, l’espressione distesa: certo non quella di uno che ha subito minacce, come poi Leblanc dirà. Dopo la gara si lamenterà anche di qualche persona nel pubblico che aveva bevuto troppo. Per una volta non abbiamo colpe…
Scena 7: Il fiume di folla
Sarà che il padrone se ne è lamentato, ma personalmente la gran folla dell’Alpe è parsa persino ben educata, nonostante la scarsità – rispetto ad altre salite – di Gendarmi. Pochi che correvano accanto ai corridori. La correttezza di chi conosce il ciclismo e i suoi luoghi mitici. Forse la gente si stringeva un po’ al passaggio dei corridori, ma contribuiva di certo ad aumentare lo spettacolo.
Poi, quando tutto è finito, con il texano che, passando, dava il via libera a migliaia di persone, un fiume di gente si è rigettato verso Le Bourg-d’Oisans. Impressionante. Sulle rampe più dure pareva la piena dovesse rompere gli argini. I coraggiosi che avevano affrontato la temibile salita in sella erano molti: sarà per la prossima volta, quando forse avremo meno fretta.
L’appuntamento è, sin d’ora, a Courchevel nel 2005…
PS: Per la cronaca, abbiamo fatto ritorno in Valle alle 23:30, facendo il Piccolo San Bernardo completamente di notte: 15 auto, 2 lepri e 2 rane sull’intero percorso. Neanche un ciclista: strano…
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buttato dentro il 26 Giugno 2004 |
alle ore 11:41 |
da Alessandro Mano |
nelle categorie musica, sport, stra-cult, tivì |
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Lippi nuovo CT della Nazionale. Come possono dire che abbia esperienza?
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buttato dentro il 22 Giugno 2004 |
alle ore 22:33 |
da Alessandro Mano |
nelle categorie sport |
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L’Italia è andata all’Europeo. Ne è uscita subito. Nel frattempo ha fatto solo danni. Se prima eravamo pizza-mandolino, adesso siamo sputo-babbuino… Abbiamo perso credibilità in ogni senso, sleali (sul campo – Totti sputatore – Materazzi placcatore ignoto), scarsi (su tre partite non 30 minuti da salvare), malfidenti (urliamo al complotto, veniamo sbeffeggiati, riusciamo a uscire in ogni caso con le nostre mani).
I miei complimenti. Dopo il premier barzellettiere, 23 barzellettieri in Portogallo. “La sai l’ultima?” ha ormai rotto i maroni.
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buttato dentro il 21 Giugno 2004 |
alle ore 20:43 |
da Alessandro Mano |
nelle categorie sport, stra-cult |
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Oggetto: Palla con meccanismo sonoro digitale con tastini incorporati per l’ascolto degli Inni Nazionali delle squadre partecipanti ai Mondiali di calcio in Italia + base plastica cilindrico-conoidale-smussata.
Commento: Mitica la palletta… Un oggetto geniale… Tutta la fantasia italiana in un oggettino per bambini e collezionisti… L’ho consumata a forza di sentire gli inni di Italia ’90 (quello del Camerun era un must visto l’exploit degli africani). Quando ha smesso di funzionare credo di averle dato un estremo saluto tipo criceto nel cesso nei film americani… Un pezzo della mia vita si è auto-pensionato dopo una vita durata 2 anni di lavoro intenso e costante…
Insieme ai pupazzetti dei calciatori con il testone enorme regalati (se ricordo bene) dai benzinai hanno segnato quei mondiali… Altro che Schillaci e compagnia…
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buttato dentro il 11 Giugno 2004 |
alle ore 13:15 |
da Alessandro Mano |
nelle categorie politica, sport |
parlando di gioiosi argomenti quali ad esempio aosta, ciclismo, saint-nicolas, salita, silvio berlusconi, sms |
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Puff pant… che salita… puff pant… miraggi di fontane e di girandole rinfrescanti… puff pant… dai che ci sono quasi… puff pant… no, non ne posso più… puff pant… al prossimo paesello mi fermo e mendico un po’ d’acqua… puff pant… un falco gira in tondo sopra di me… puff pant… sono messo così male? puff pant… “toh guarda, una chiesetta… ci sarà abbinata una fontana…” puff pant… no, niente… manco a pagarla oro… puff pant… DRIN DRIN…. toh, un SMS… puff pant… una buona scusa per fermarsi… puff p…
“Da: PresdelCons
Elezioni 2004. Si vota sabato 12 dalle 15 alle 22 e domenica 13 dalle 7 alle 22. Necessari documento e tessera elettorale. Presidenza del Consiglio dei Ministri”
MA VAFF……………..
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