Tralascerò di girare il dito nella piaga del doppiaggio (da Ralph Wincester e Abe Simpson sballati, a Lisa che dice le “d” al posto delle “t”, all'”ah ah” di Nelson che è maldestramente deturpato…), del riciccio di vecchie idee già viste, del disegno spesso approssimativo (in alcune scene sono tutti larghi, in altre tutti stretti), della mancanza di una trama unitaria nella prima parte, del…
L’attesa che si era creata tra noi cultori dei Simpson aveva fatto sperare in qualcosa di meglio.
Ma tant’è… quando Homer in persona mi ha detto di stare seduto all’inizio dei titoli di coda, perchè il film non era ancora finito, sono stato attaccato alla poltrona fino a che, sempre Homer in persona, ci ha detto che si poteva andare. Rimanendo sì e no con altre dieci persone in sala. Continua…
Si può dire che sia cresciuto a pane e “A me mi torna in mente una canzone”. Ricordo sempre, ed è uno dei miei primi ricordi, mio papà che, davanti al registratore, canticchia insieme a me che iniziavo a dimostrare le mie pessime doti di cantante, il pezzo che Gigi Sabani aveva portato al successo ad inizio anni ’80.
“A me mi torna in mente una canzone / che mi cantava sempre il mio papà“
1. Da bordocampo non si vede tutto il campo 2. Nel campo c’è una quantità di gente che non dovrebbe starci e che è sempre in mezzo ai piedi 3. I fotografi non sanno cos’è una touche, una mischia o una trasformazione, perché sono tutti calciofili convinti un po’ schifati da questi omoni enormi e senza parastinchi 4. La professione di fotografo dipende molto dal culo 5. La buona riuscita delle foto dipende esclusivamente dal lato in cui il mediano di mischia apre l’azione 6. Gli accrediti stampa sono regolati dal caso 7. I giapponesi non sempre hanno gli occhi a mandorla 8. L’importante è strillare e fischiare quando il possesso di palla cambia squadra, anche se non si ha idea del motivo 9. Basta che un giapponese si chiami Takazzzu o Kakato che tutti ridono fragorosamente 10. L’italiano medio, di sport non capiscono niente
In mezzo al prato indovina cosa c’era… In mezzo al prato indovina cosa c’era…
L’ennesimo concerto in un posto impensabile, per gli standard canonici. Da restare a bocca aperta, per chi non ha mai visto l'”anfiteatro Giovanni Paolo II” di Sordevolo. Perché un festival musicale così piacevole e con artisti di richiamo finisca in provincia di Biella, non si sa. Non che abbia qualcosa contro Biella, anzi. Ma se pensiamo al deserto culturale di Novara, Ivrea, Aosta, Biella spicca in positivo per la capacità di attrarre, di organizzare, di offrire anche ai “vicini di casa” dei concerti sostanziosi.
L’altra sera c’erano i Verdena, altri che hanno avuto la sfiga e la fortuna di nascere in Italia, un nome una garanzia. Bel concerto, tirato, rock.
Ma appunto, la caratterizzazione lascia basiti: un qualsiasi posto di prima collina, senza nessuna differenza da altri millemila posti di prima collina, con un mega anfiteatro all’aperto, un palco degno di un festival oceanico, un angolo con bar “open air” da far invidia a qualsiasi località turistica… A Sordevolo. A Biella. In una zona in crisi industriale. In una zona senza i soldi dell’Autonomie. Continua…
Commenti recenti