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buttato dentro il 9 Febbraio 2009 |
alle ore 21:18 |
da Alessandro Mano |
nelle categorie politica |
parlando di gioiosi argomenti quali ad esempio bbc, benjamin netanyahu, cisgiordania, elezioni, europa, fatah, gaza, hamas, israele, italia, kadima, labour, likud, palestina, tzipi livni, usa, yisrael beitenu |
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Intervistata alla BBC, una ragazza palestinese dice che per lei non importa chi vincerà le elezioni, perché le cose per Gaza e la Cisgiordania non potranno che migliorare. Speriamo che sia vero.
Domani Israele va al voto. Un arco costituzionale inquietante, quello dello Stato di Israele. I partiti maggiori si differenziano soprattutto per le posizioni nei confronti dei territori palestinesi. Si parte dalla sinistra araba, alla sinistra israeliana del Labour, Kadima al centro, poi Likud e Yisrael Beitenu, partito israeliano nazionalista. Nei sondaggi, che non comprendono mai gli indecisi, in testa c’è il partito Likud di Bibi Netanyahu, veterano dell’esecutivo israeliano, che stacca nettamente Kadima della ministra degli esteri Tzipi Livni, in recupero negli ultimi mesi, ma ancora indietro per la questione sicurezza (che persino in Italia fa vincere e perdere elezioni, figurarsi nello Paese della guerra permanente). Il sentore è quello che il partito nazionalista Yisrael Beitenu, che intende far giurare ogni arabo israeliano sulla natura ebraica di Israele in caso di posto nell’esecutivo, cresca molto e diventi l’ago della bilancia. Continua…
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buttato dentro il 9 Febbraio 2009 |
alle ore 20:53 |
da Alessandro Mano |
nelle categorie politica |
parlando di gioiosi argomenti quali ad esempio australia, cattolicesimo, chiesa, eluana englaro, gaza, iraq, israele, maurizio sacconi, renato schifani |
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Eluana Englaro è morta, diciassette anni fa. Oggi il Senato le ha tributato un minuto di raccoglimento, Schifani era “scosso”, Sacconi l’ha sparata grossa: “Il suo sacrificio non sia vano“. Cosa!?!
Il Papa cosa tirerà fuori?
Ma hanno perso tutti il cervello?
In Australia, 200 morti per gli incendi. Qualche morto sulle Alpi per le valanghe. 1000 morti sul lavoro ogni anno in Italia. Migliaia di immigrati che affondano sui loro barconi. Un migliaio di morti a Gaza, un milioncino in Iraq. E’ proprio vero che le lacrime si versano solo per chi finisce in prima pagina sul giornale. Lacrime di coccodrillo, lacrime a senso unico.
E domani, tutti a ciarlare di nuovo di etica, di Chiesa, di vita, di eutanasia.
La gente può tranquillamente continuare a morire, ma mi raccomando, senza passare dal coma. Continua…
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buttato dentro il 6 Febbraio 2009 |
alle ore 20:36 |
da Alessandro Mano |
nelle categorie aosta, giornalismo |
parlando di gioiosi argomenti quali ad esempio aosta, eluana englaro, informazione, media, ospedale, tgr, vaticano |
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Di Eluana Englaro, non scrivo. Ne ho avuto la tentazione, ma no: silenzio e rispetto.
Racconto di due fatti slegati, ma che fanno riflettere. Di due fatti non raccontati.
All’ospedale regionale di Aosta hanno completato un nuovo cunicolo, che collega due ali del vecchio e scancagnato ospedale. Sostituisce una passerella volante che faceva brutta mostra di sé da anni nella zona che dà su via Chaligne, per chi possa conoscerla.
Definitivo, pavimentato e dipinto: nelle curve è troppo stretto. I letti non ci passano.
Via di martello e scalpello, negli spigoli, per la gioia dei degenti e del personale: ormai sono talmente abituati a sentire martelli pneumatici e rumori di qualunque tipo che ringraziano per la sinfonia. Sono abituati a calpestare polvere e calcinacci, ogni volta è una nuova gioia. Continua…
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buttato dentro il 2 Febbraio 2009 |
alle ore 22:00 |
da Alessandro Mano |
nelle categorie politica |
parlando di gioiosi argomenti quali ad esempio cpt, giustizialismo, immigrazione, roberto maroni |
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Bobo Maroni dice che bisogna essere cattivi con gli immigrati. Un piccolo genio, un ministro della Repubblica che misura le parole, che conduce il Paese con rettitudine, con la costutuzione come unico riferimento. Cattivi. Bisogna essere cattivi. Il Demauro Paravia online non è molto d’accordo, a dire il vero. Bisogna spulciare tra una ventina di definizioni, e alla fine non si trova un solo caso di “cattiveria positiva”. Semmai quella è determinazione, autorevolezza, legalità, qualcuno direbbe giustizialismo…
Leggetevi ciò che significa “cattivo”, e riflettete un secondo sul “primato della politica sulla società e sull’economia”: Continua…
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buttato dentro il 27 Gennaio 2009 |
alle ore 21:42 |
da Alessandro Mano |
nelle categorie love, milano, storie di vita vissuta |
parlando di gioiosi argomenti quali ad esempio amore, corea, giappone, luciana littizzetto, snowboard |
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Due belle ragazze (una lo era, l’altra un po’ meno – ma ai fini del mio raccontino è un aspetto che non conta) discutono tra loro e si siedono non lontano da me. Non posso non sentirle, e d’altra parte se non volessero farsi sentire non si piazzerebbero tra la folla a parlare di fatti propri. Evidentemente non danno peso ai loro discorsi.
Si lamentano entrambe dei propri ragazzi, e in maniera piuttosto decisa; di due aspetti in particolare: del loro abbigliamento e del modo in cui vengono trattate. Materialismo e romanticismo.
Parte una, quella bella davvero: «Quando vado a casa sua, Graziello è vestito come quando va a lavorare, con quei pantaloni sudici e quelle camicie inguardabili». E spiega che, nonostante, gli dica continuamente di rendersi presentabile, il buzzurro non cambia.
Ribatte l’altra, quella bella ma niente di che: «Non dirlo a me, quando vado da Mariotto la sera lo trovo sempre con quei suoi pigiami inguardabili, sembrano le tute da ginnastica degli anni ’80. I miei sono brutti, ma almeno non li metto quando c’è lui a casa». Ascolto, faccio altro, riascolto. I dettagli dei pigiami scendono fino ad un livello di profondità che farebbe perdere a questo blog il suo livello aulico. Come ho detto, non era facile evitare di farsi i fatti loro. Continua…
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buttato dentro il 21 Gennaio 2009 |
alle ore 18:39 |
da Alessandro Mano |
nelle categorie politica |
parlando di gioiosi argomenti quali ad esempio abu mazen, australia, austria, barack obama, canada, commissione di vigilanza rai, comunismo, eluana englaro, fondamentalismo, franco frattini, germania, guerra, hamas, islam, islanda, israele, italia, medio oriente, michele santoro, norvegia, palestina, rai, repubblica ceca, sharm el-sheikh, svezia, ungheria, usa, wikipedia |
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Barack arrivò, Israele si ritirò e Abu Mazen telefonò in America. La tregua sembra reggere, tutto è bene quel che finisce bene.
Insomma… 1315 morti, 5300 feriti tra i palestinesi, 13 morti e 420 feriti tra gli israeliani. Una situazione molto più instabile di prima, un movimento terroristico rafforzato. Un’opinione pubblica che pensa già ad altro. In Italia, soprattutto, sembra che non sia successo nulla: Frattini è a Sharm el-Sheikh, ma se ci fosse in vacanza poco cambierebbe. Ormai, oltre alle notizie dell’insediamento di Obama, anche Eluana e la Vigilanza Rai sono tornate tra le notizie a cui i quotidiani danno più spazio.
La mappa in alto, tratta da Wikipedia, racconta come hanno reagito i governi delle Nazioni del mondo alla guerra dichiarata dagli israeliani ad Hamas, dimenticandosi che c’erano di mezzo un po’ di civili. In nero, Israele e Palestina. In blu, gli Stati che hanno appoggiato al cento per cento Israele. Sono gli Stati Uniti, il Canada, l’Australia, la Germania, l’Austria, la Repubblica Ceca (presidente di turno dell’Unione Europea) e l’Ungheria. Ah, dimenticavo ovviamente l’Italia. Qui da noi sembra così scontato appoggiare Israele che chi dice che il conflitto è sbagliato a prescindere (in verde) e chi dice che Israele fa un uso abnorme della forza militare (in arancio) passa per fazioso.
Ma, a ben guardare, tutti i governi occidentali hanno adottato una di queste due posizioni. E all’Italia avrebbe fatto onore un bel verde, con un governo normale. Continua…
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buttato dentro il 20 Gennaio 2009 |
alle ore 21:39 |
da Alessandro Mano |
nelle categorie economia, genialità, politica, stra-cult |
parlando di gioiosi argomenti quali ad esempio alitalia, antitrust, authority, barack obama, economia, george w bush, giulio tremonti, lavoro, lega nord, lobby, mito, monopolio, roberto castelli, the new york times, usa |
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Barack Obama è presidente degli Stati Uniti. Prima erano solo parole.
Ma ancora oggi sono state parole… Solo parole. Il New York Times ha costruito la “tag cloud” dei discorsi di tutti i presidenti, e Barack Eich usa gli stessi termini di tutti i suoi predecessori (anche di George Double-iù). Come è normale che sia, è un discorso. Più che i programmi, sono gli intenti ad essere esposti: concetti perlopiù astratti e inattaccabili. Obama è stato molto poco retorico, molto semplice, senza colpi di scena e senza particolari novità. L’unico invito forte, relativo alla crisi economica, è di tirarsi su le maniche: “work” e “job“, i due termini inglese per “lavoro“, se sommati, sono la seconda parola più usata.
La fiducia nella politica è lentamente risalita, soprattutto negli Stati Uniti, grazie al sussulto obamiano. La speranza del cambiamento, il sogno realizzato che una persona comune possa un giorno arrivare al vertice, mettendo a tacere vecchi babbioni, lobby e gerarchie, interessi particolari e sistemi consolidati è però ben lontana dall’essere giunta al suo obiettivo. Ora sappiamo stare in piedi, ma camminare è un’altra cosa.
Oggi quel genio di Castelli si è accorto che l’economia funziona ancora come è e come è sempre stato: un monopolio è un monopolio, anche se l’italianità del monopolio è stata preservata. Anzi, noi italiani con i monopoli siamo i più cazzoni.
Che la nuova Alitalia possa fare tutto quello che gli pare, è un dato di fatto: quale Authority potrà fermarla? L’Antitrust? Ma se tutti hanno fatto di tutto per aggirarla, ovviamente con il consenso della politica. E Tremonti ci ha detto che tutto è andato benissimo. Continua…
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buttato dentro il 19 Gennaio 2009 |
alle ore 13:21 |
da Alessandro Mano |
nelle categorie politica |
parlando di gioiosi argomenti quali ad esempio barack obama, benito mussolini, fascismo, gianni vattimo, guerra, hamas, ismail haniyeh, israele, libero, magdi allam, medio oriente, onu, palestina, terrorismo, usa |
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E, ovviamente, Hamas esulta. Israele, con la coda fra le gambe, si ritira prima che Barack Obama possa reagire, e Hamas grida vittoria. Il movimento terroristico palestinese dichiara raggiante, per bocca del suo leader Ismail Haniyeh, di aver perso “appena 48” attivisti del suo movimento nei bombardamenti. I poveri palestinesi innocenti, oltre 1100, morti dall’inizio del conflitto, non contano nulla. I 5000 feriti sono un corollario. La carestia, i miliardi di dollari di danni, un Paese in ginocchio, un milione e mezzo di persone nel terrore, senz’acqua, senza cibo… non esistono.
Hamas però ha aumentato il proprio consenso, e infiammato ancor di più le folle. Proprio grazie all’ostinazione di Israele, che reagisce al solletico di Hamas (oggi Vattimo, fazioso quanto si vuole, dice in una lettera alla Stampa che i missili qassam palestinesi sono “poco più che petardi) con il fosforo bianco, il movimento palestinese è ancora più forte, e Fatah, oltre ad aver perso qualche suo aderente nelle ritorsioni di Hamas durante questi giorni di caos, esce con le ossa a pezzi. Hamas è più forte grazie alla sua retorica totalitaria, che ricorda molto il “vincere, e vinceremo” di un tale pelato che ha governato l’Italia per circa vent’anni, per l’ostinazione nel fare di ogni guerra un successo e di ogni morto un martire: è ormai un meccanismo consolidato, che le bombe rafforzano. Continua…
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buttato dentro il 17 Gennaio 2009 |
alle ore 20:42 |
da Alessandro Mano |
nelle categorie politica |
parlando di gioiosi argomenti quali ad esempio al-qaeda, ban ki-moon, cisgiordania, colin powell, gaza, george w bush, golan, guerra, hamas, iraq, israele, medio oriente, morti, occidente, onu, palestina, saddam hussein, terrorismo, usa |
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Israele occupa Gaza, in violazione ad una risoluzione Onu. Occupa le alture del Golan, in violazione ad una risoluzione Onu. Ha insediamenti di coloni in Cisgiordania, in violazione ad un’altra risoluzione Onu. Ora, se io dico queste cose, tutti mi replicano che sono anti-isrealiano e anti-americano a prescindere (quindi della “sinistra cattiva”) oppure che sono anti-sionista (quindi di “estrema destra”). Ma l’Onu, che ci sta a fare? Pettina bambole? Si riunisce per far dare aria alla bocca ai suoi membri?
Ditelo a Ban Ki-Moon che è un filo-terrorista. Ne sarà felice.
Io trovo che 1100 morti in una guerra, nel 2009, siano una cosa, oltre che macabra, inconcepibile. Datemi pure del nazista, se credete: io guardo alle vite perse. Alle scuole bombardate per sbaglio. Ai leader di Hamas che da giorni sono chiusi nei bunker sotterranei, e Israele questo lo sa bene. Bombarda le ambulanze, se è per questo. Le scuole, gli ospedali. Ma ha ragione. Usa il fosforo bianco, che carino, che gentile. Continua…
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buttato dentro il 16 Gennaio 2009 |
alle ore 16:04 |
da Alessandro Mano |
nelle categorie aosta, satira |
parlando di gioiosi argomenti quali ad esempio air vallee, aosta, arco d'augusto, buthier, corrado gex, dornier, heathrow, kayak, legambiente, londra, mont fleury, montagnes valdotaines, piazza chanoux, valle d'aosta |
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Uno stormo di cornacchie – che in Valle d’Aosta secondo tradizione portano neve – è stato centrato in pieno da un Dornier della compagnia Air Vallée in partenza dallo scalo internazionale “Corrado Gex” di Aosta e diretto a Londra Heathrow, ed è la causa dello spettacolare incidente che, nel pomeriggio di giovedì 15 gennaio, ha costretto il comandante Antoine “Tueno” Barmasse ad un ammaraggio d’emergenza nel fiume Buthier, tra i numerosi ponti che lo attraversano, nei pressi dell’Arco d’Augusto.
«Ho notato subito la perdita di potenza di uno dei due motori – commenta Tueno – ho spento il secondo e mi sono guardato attorno, per tentare un atterraggio di emergenza». Con le alte vette che circondano la città non è possibile virare e tornare in zona aeroporto, e la zona del Mont Fleury è appena stata concimato con abbondante dreudze locale: «Solo un folle avrebbe tentato di atterrare là, rischiando di rimanere impantanato», sdrammatizza Barmasse. Così il comandante, con anni di esperienza internazionale, prima sulle rotte tra Aosta e il Sudamerica e poi sui velivoli verso lo scalo londinese, ha tentato l’impossibile: «Negli ultimi anni, gli spazi liberi attorno alla città sono spariti – prosegue il nuovo eroe nazionale rossonero – e meno male che non hanno costruito anche un ospedale fuori città, ma hanno lasciato costruire soltanto capannoni. E si sa, non si può riempire una città di capannoni, non servono a nessuno. Così ho scelto l’ultimo spazio libero di fiume». Continua…
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