Lucia Annunziata ieri se ne è andata, sbattendo la porta, ad Annozero di Michele Santoro. Non ho seguito il programma e non ho ancora visto nulla su youtube, ma un comportamento simile non può che essere il coronamento di una carriera magistrale. Sicuramente ricorda quando Berlusconi se ne andò dalla sua trasmissione In mezz’ora perché non poteva dire ciò che voleva ma doveva rispondere a delle domande, e le riteneva faziose. Probabilmente ieri è successa la stessa cosa, ma a parti invertite: la Annunziata filo-israeliana avrà detto che la trasmissione era faziosa, perché qualcuno avrà detto che, in fondo, un migliaio di morti e 20 giorni di bombardamenti per combattere dei terroristi, se non è da nazista è da Bush.
Mi informerò.
Il vero spunto di questo post è un altro: la rubrica delle lettere che la Annunziata cura ogni giorno sulla Stampa. Il peggio che possa esistere in un quotidiano.
Solitamente, una rubrica delle lettere ospita opinioni diversificate, soprattutto su un giornale di “ampie vedute” come quello torinese. Serve, se non a dare risposte, a far riflettere. Penso a Sergio Romano sul Corriere, che usa la sua lunga esperienza per fornire notizie e punti di vista sulle questioni internazionali.
Bene, la rubrica della Annunziata ospita sì opinioni diverse ma, oltre a non far riflettere e a non dare spunti o informazioni, solo il suo pensiero è quello che conta. Contro la destra, contro “una certa sinistra”, come se la sua opinione creasse consenso o dettasse una linea. Continua…
Apprendo dal giornale del mattino che i Negrita hanno scritto un pezzo sulla crisi che spopola in radio. Rammaricato, sia per il fatto che i Negrita si siano molto rammolliti rispetto ai tempi d’oro – e un po’ mi spiace – sia per il fatto che ancora una volta la crisi venga sbandierata ai quattro venti, mi sono andato a leggere il testo della canzone, e ho guardato il video su youtube.
Ritmi e testi africaneggianti, Radio Conga (“in onda dal centro della jungla“) non so come possa spopolare, ma tant’è. Dice pure “l’Africa nera è solo a quattro passi da qui“, assieme ad una serie di qualunquismi che-se-il-testo-lo-avesse-scritto-Frankie-Hi-NRG-tutti-a-bastonarlo…
Al di là del pezzo in sé, si può cogliere il fatto che ormai questa crisi economica, che da noi per il momento è arrivata solo in parte, faccia parlare di sé perché fa figo: è bello dare la colpa a qualcuno quando non puoi tagliare le tasse, è bello avere un nemico che non sia l’integralismo islamico, non sia Israele e/o Palestina, non sia gas russo.
Noi, i non tifosi, siamo costretti da anni a vivere con il calcio. Il calcio infilato in ogni anfratto, in televisione, nella stampa, in internet, nelle discussioni da bar. Adesso poi, che quella categoria umana con qualche problemino di identità e di attributi che va allo stadio tutte le domeniche con il solo scopo di fare gazzarra finisce in prima pagina per morti, feriti, distruzioni e devastazioni una decina di volte all’anno, salvo poi comunicarci che “questa volta è quella buona per riformare lo sport più bello del mondo“. Per chi sia il più bello, negli anni lo si è dimenticato.
Noi, i non rassegnati, siamo costretti da anni a vivere con i Berlusconi e i Calderoli e i Casarini. Sogniamo sinistra del popolo, moderna e una destra Montanelliana (o addirittura Segni Mariottiana), sognamo che non tutti debbano anteporre per forza i proprio interessi a quelli collettivi, sognamo che non si debba urlare per farsi sentire e che una promessa abbia ancora un valore. Continua…
Gli ambientalisti, e molti altri, sostengono che occorrerebbe portare da mangiare a stambecchi e camosci nel Parco Nazionale del Gran Paradiso dopo le nevicate eccezionali. Insalatina di lattuga all’aceto balsamico e fonduta di Fontina, forse. Magari il tutto innaffiato da abbondante vino rosso locale.
Il prossimo passo sarà quello di salvare le gazzelle dai malefici leoni, difendendole giorno e notte in recinti di protezione e contemporaneamente portando ai felini abbondanti razioni di Simmenthal, per evitare che tirino le cuoia. Continua…
… e improvvisamente è scoppiata la pace nel mondo. Israeliani e palestinesi non si sparano più, in Iraq tutti sono amici, o al massimo si tirano le scarpe; in Afghanistan talebani e statunitensi non si sparano più, e il Darfur è tornato ad essere uno “stato d’animo”.
Ah, e i pitbull non aggrediscono più i bambini, le città sono molto sicure e i rom, beh… non chiediamo troppo ai giornalisti.
Nostalgia del Bagaglino: dopo che Fini ha dato del fascista alla chiesa cattolica, Berlusconi dà del nano a Brunetta.
Indagati in Svezia alcuni membri della giuria del Nobel. Berlusconi: «Da sempre siamo garantisti, ma c’è del marcio». Veltroni: «Siamo gente perbene, non c’è spazio per corruttori svedesi nel PD. Saranno espulsi». L’indagine è partita da un fatto sconcertante: volevano dare il Nobel per l’economia a Victoria Silvstedt. Martufello: «So’ ingrifato». Alba Parietti: «Fondo il PD svedese, altro che primarie». Jervolino: «I miei assessori non erano mica svedesi, non mi dimetto». Villari: «Manco io, e che, siamo pazzi?». Bertinotti: «E’ finito il tempo del partito dei sindaci scandinavi». Umberto Bossi: «Boicottiamo l’Ikea, solo mobili e oggetti inutili padani».
Politica. La Parietti si candiderà per le primarie del PD: «Veltroni me lo ha sconsigliato, quindi è sicuramente la scelta giusta».
“Europa”, il quotidiano dell’ex Margherita, detta la linea: «Veltroni, molla Di Pietro: potremmo riuscire a prendere addirittura qualche voto in meno».
Quando tirarono il treppiede a Silvio, lui convertì l’aggressore dal komunismo alla libertà. Georgino pare si accontenterà di convertirlo dalla democrazia alla galera.
200 avvocati pronti a difendere Muntazer al-Zaidi, l’aggressore: «Ho dovuto impegnare Ghedini e Pecorella in qualche altra legge ad personam, volevano andare anche loro a Baghdad», dichiara il premier.
«Al Zaidi farebbe più anni che per un falso in bilancio: altro che democrazia in Iraq, è giustizialismo», sbotta Ghedini.
Spettacoli: Noel Gallagher ha una Jaguar, ma la usa solo fino al cancello di casa. Ha il terrore degli etilometri.
Notizie di servizio: Tranquilli, sono tornato a sparar minchiate qui perché c’è il Facebook Blackout. Poche ore e sparirò di nuovo tra i miei mille mila amici (che non mi salutano manco per strada).
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