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buttato dentro il 20 Dicembre 2008 |
alle ore 20:34 |
da Alessandro Mano |
nelle categorie politica |
parlando di gioiosi argomenti quali ad esempio afghanistan, crisi, darfur, gaza, iraq, israele, lisa simpson, muntazer al-zaidi, palestina, pitbull, rom, talebani |
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… e improvvisamente è scoppiata la pace nel mondo. Israeliani e palestinesi non si sparano più, in Iraq tutti sono amici, o al massimo si tirano le scarpe; in Afghanistan talebani e statunitensi non si sparano più, e il Darfur è tornato ad essere uno “stato d’animo”.
Ah, e i pitbull non aggrediscono più i bambini, le città sono molto sicure e i rom, beh… non chiediamo troppo ai giornalisti.
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buttato dentro il 30 Maggio 2008 |
alle ore 10:16 |
da Alessandro Mano |
nelle categorie cultura, dio, giornalismo, politica, recensioni |
parlando di gioiosi argomenti quali ad esempio aden, afghanistan, algeria, armenia, beirut, bosnia, cronaca, democrazia, filippo facci, genocidio, giuseppe d'avanzo, golfo persico, guerra del golfo, il saggiatore, iran, iraq, islam, israele, italia, libano, mario giordano, medio oriente, neocon, pakistan, palestina, premio pulitzer, reportage, robert fisk, saddam hussein, somalia, storia, terrorismo, the independent, the times |
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Robert Fisk dovrebbe essere uno di quei nomi che, invocato, evocasse reportage d’autore, esperienza sul Medio Oriente, memoria storica delle guerre che segnano quell’area dal dopoguerra ad oggi, autorevolezza e notorietà. E invece, in Italia è quasi sconosciuto. Giunti al confine nazionale, al di là è il vuoto: a parte qualche premio Pulitzer, al di qua filtra ben poco dei grandi giornalisti internazionali. E ci teniamo i D’Avanzo, i Giordano, i Facci come esempio. Bah!
Escludete pure questa introduzione, aggiunge poco ai miei pensieri dopo questa lunghissima, faticosa ma interessante lettura. Cronache mediorientali è tutt’altro che un libro facile, un best seller. E’ un libro di storia, di reportage giornalistico. Che, attraverso la narrazione del dietro le quinte dei tanti servizi che l’autore ha scritto e fotografato per il Times prima e per l’Independent poi, fornisce un quadro completo degli ultimi 60 anni di tensioni internazionali, dall’Algeria alla Palestina, dalla Bosnia al Pakistan: una vita a Beirut per lavoro, “il luogo che ormai chiamo casa“, usando le parole dell’autore, intramezzata da numerosissimi viaggi in tutti i Paesi arabi e oltreoceano, nella tana dei nuovi imperatori, per cercare di capire. Capire, non limitarsi alla cronaca come fanno molti giornalisti “neocon” americani, che avallano ogni decisione del proprio governo se è a favore di Israele e contro il “terrorismo”, a prescindere dall’approfondimento e dalla storia. Continua…
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buttato dentro il 8 Dicembre 2006 |
alle ore 14:01 |
da Alessandro Mano |
nelle categorie politica |
parlando di gioiosi argomenti quali ad esempio afghanistan, al-qaeda, iraq, ishaqi, terrorismo, usa, vietnam |
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Secondo la polizia irachena, strage di civili a Ishaqi, in Iraq. Secondo gli invasori statunitensi, intervento mirato contro un gruppo di terroristi legati ad al-Qaeda. La storia è ricorsiva, anche i russi in Afghanistan dicevano la stessa cosa. Anche gli americani in Vietnam.
Come mai tutti questi popoli diventino in blocco terroristi non se lo è mai chiesto nessuno…
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buttato dentro il 7 Ottobre 2005 |
alle ore 8:56 |
da Alessandro Mano |
nelle categorie dio, politica |
parlando di gioiosi argomenti quali ad esempio afghanistan, dio, george w bush, iraq |
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George Walker Bush ha dichiarato di aver attaccato l’Afghanistan e l’Iraq perché glielo ha detto dio (minuscolo, perché il mio Dio non crede nella guerra). Se anche agli americani dio (sempre minuscolo) è apparso in sogno dicendo di votare Bush, siamo in buone mani…
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