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buttato dentro il 10 Luglio 2012 |
alle ore 0:12 |
da Alessandro Mano |
nelle categorie aosta, giornalismo, politica |
parlando di gioiosi argomenti quali ad esempio autonomia, lega nord, politica, territorio, union valdotaine |
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Bene, era ora. Il «territorio» come lo intendono i nostri politici non esiste: esistono le persone. Continua…
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buttato dentro il 13 Marzo 2008 |
alle ore 12:01 |
da Alessandro Mano |
nelle categorie aosta, economia, politica |
parlando di gioiosi argomenti quali ad esempio 2005, agricoltura, allevamento, aosta, autonomia, bilancio sociale, bim, casino de la vallee, cva, gazzetta matin, governance, informazione, internet, luca mercanti, luciano caveri, politica, poste italiane, propaganda, turismo, valle d'aosta, welfare |
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Un anonimo mi aveva chiesto, in un commento, un post sul “Bilancio della XII legislatura”, che l’amministrazione regionale ha inviato a tutte le famiglie valdostane in occasione della chiusura del quinquennio (e in vista delle elezioni, puntini di sospensione…). Lo avrei fatto volentieri, come già avevo fatto con il “bilancio sociale” del comune di Aosta, nel 2005.
Ma non ho ricevuto nulla: a casa mia, nessuno ha visto niente. Luca Mercanti, sulla Gazzetta Matin di lunedì, sottolineava proprio, oltre all’eterno dubbio “è propaganda o informazione” che chiunque si pone di fronte a questo materiale promozionale, l’inopportunità di inviare con soldi pubblici uno strumento che, alla fine, non raggiunge le famiglie. «Qualche famiglia se l’è trovata nella buca delle lettere, altre in pile sopra la cassetta condominiale, altre ancora non l’avranno neanche ricevuta».
Così mi è venuto il dubbio cruciale: non sarà mica nella cassetta della pubblicità, dove nessuno guarda mai e che è sempre piena di spazzatura? Esatto, era lì.
Anzi, erano lì: su dodici famiglie, nel mio condominio non lo aveva ancora preso nessuno: insieme ad Ecolo, ad alcune buste CVA e BIM sul risparmio energetico e sul riciclaggio dei rifiuti. Spazzatura?
Inizio dalla copertina: bilancio sintetico della XII legislatura. Legislatura travagliata, forse la peggiore dopo quella della “crisi del fil di ferro” – casualità vuole che anche in quell’occasione il presidente si chiamasse Caveri. Legislatura che ha visto due esecutivi, molti avvicendamenti in giunta: l’esecutivo attuale, che è autore dell’opuscolo, avrà riconosciuto l’operato della giunta precedente, che è ora opposizione, avrà fatto un minestrone di tutto o si sarà preso anche i meriti della giunta precedente?
Al termine della lettura, il dubbio non è chiarito. Di politica non si parla, non si parla di scelte, si parla di risultati e soltanto di quelli positivi. Non si toccano temi importanti, come l’industria, l’agricoltura (se io fossi un allevatore, sarei piuttosto deluso), non si parla se non marginalmente di turismo. Continua…
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buttato dentro il 6 Settembre 2007 |
alle ore 17:53 |
da Alessandro Mano |
nelle categorie aosta, politica |
parlando di gioiosi argomenti quali ad esempio autonomia, bilinguismo, francese, istruzione, jovençan, laurent vierin, roma, union valdotaine, valle d'aosta |
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L’assessore all’istruzione e cultura della regione Valle d’Aosta, Laurent Viérin, ammette: «Io credo che la Valle d’Aosta debba potenziare il suo bilinguismo, e che diventi un bilinguismo reale e non solo di facciata».
Apriti cielo! Se ne sono accorti anche loro, gli unionisti…
Potrebbe essere, anche se inconsapevole per Viérin, che verrà al più presto appeso per gli alluci ad un’arolla di Jovençan, la svolta. Fino ad ora, mai nessun governante valdostano locale aveva ammesso che (forse) il francese era soltanto più nella bocca del palazzo e non scorreva più da tempo tra le orecchie della gente. Fino ad ora anche solo dubitare, per una certa classe politica, del fatto che tutti i valdostani sapessero il francese e lo utilizzassero (quasi) quotidianamente, era commettere un peccato capitale. Fino a questa mattina, dire che ormai il francese lo si usa solo per scopi politici e per poco altro, significava minare l’autonomia da Roma.
Ora… squillino le trombe, finalmente un piccolo velo di ipocrisia (per sbaglio) è stato levato. Però, il mio grosso timore è che, come sempre, le parole dell’assessore siano strumentalizzate dai “nemici” politici che l’Union Valdotaine ha creato dai propri embrioni. Bene, cari… voi avete sempre fatto lo stesso fino all’altro ieri, bisogna avere la schiena dritta e un minimo di coerenza per indicare le dita sporche di nutella degli ex compagnucci politici… evitate di ergervi a paladini della “vera valdostanità” tutte le sante volte…
Grazie
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buttato dentro il 29 Ottobre 2006 |
alle ore 10:44 |
da Alessandro Mano |
nelle categorie aosta, cultura, recensioni |
parlando di gioiosi argomenti quali ad esempio 1915, 1944, alpi, alpini, autonomia, don, il mulino, marco cuaz, universita della valle d'aosta |
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Marco Cuaz, professore di storia all’Università della Valle d’Aosta, traccia in questo volume, della collana “L’identità italiana”, un excursus storico della funzione politica svolta dall’Alpe, dei significati che il popolo (soprattutto quello italiano) ha attribuito a questa catena montuosa maestosa, inquietante, divisoria, unificante.
Luogo ostile all’uomo, le Alpi negli ultimi anni del XVIII secolo si trasformano in un ideale parco giochi per facoltosi inglesi, che iniziano a conoscerle e a farle conoscere al mondo tramite ascese, ricerche, morti.
Con la prima guerra mondiale, le Alpi tornano ad essere bastioni poderosi di divisione tra popoli in lotta, e la figura dell’alpino, e non più dell’alpinista, ha la meglio. Conoscitore profondo della montagna, martire della guerra, spedito nelle steppe del Don a morire per quella patria che non riconoscerà più, la figura eroica dell’alpino muta da eroe vincitore nel 1915, a vittima sacrificale di regimi deliranti nel 1944. Storie di alpini, forse troppe e lontane dal presente, che sfilacciano il fluire della lettura e la rendono a tratti pesante.
Passata la furia della guerra, le Alpi italiane divengono laboratorio per la tutela delle autonomie: questione spinosa e tuttora irrisolta, con clamorose ingiustizie, lotte ideologiche disattese, privilegi a macchia di leopardo e profondamente ingiusti, in nome di quei “popoli di montagna” che però risulteranno profondamente divisi. In questo libro, anche se trattato sbrigativamente, l’argomento è affrontato con il taglio giusto, accantonando la politica (come dovrebbe fare ogni studioso) e analizzando un processo unico, ma abortito, con lucidità.
L’unità (presunta) verrà trovata soltanto anni dopo, con il processo di integrazione europea e i tentativi di fare di questa catena montuosa al centro dell’Europa una cerniera tra i popoli. Continua…
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buttato dentro il 11 Settembre 2006 |
alle ore 11:29 |
da Alessandro Mano |
nelle categorie aosta, turismo |
parlando di gioiosi argomenti quali ad esempio autonomia, luciano caveri, populismo, regione, stampa, turismo, valle d'aosta |
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Per le Istituzioni, una soddisfazione. E hanno ben donde di pensarlo, se istituire una festa “istituzionale” e al tempo stesso populista era il loro obiettivo.
Per i media locali, un successo. Ma loro non fanno testo, da anni devono dire ciò che le Istituzioni vogliono. Non possono dire che metà platea era vuota e buona parte della popolazione non sapeva nemmeno che la festa esistesse…
La gente, appunto: il popolo, la Nazione valdostana, tanto invocata dal Presidente Caveri, non ha sentito la festa. Certo si potrà sostenere che un’iniziativa alla prima edizione patisce sempre problemi di carburazione. Purtroppo però il problema di fondo è un altro. Una festa è per definizione un giorno diverso, un giorno speciale. E dopo un’estate di bagordi, sagre culinarie e feste di paese sparse su tutto il territorio e con un copione sempre uguale, nessuno ha avuto voglia di andare a vedere per l’ennesima volta il gruppo folkloristico locale, non ha sentito la necessità di mangiare e bere le specialità locali, non ha voluto festeggiare una volta ancora, perdipiù qualcosa che non sente proprio.
Se la festa era necessaria (e qui avrei serissimi dubbi…), la si poteva e la si doveva pensare in modo diverso. È inutile riempirsi la bocca con la parola “turismo” se poi ai turisti, che nessuno ha visto, si offrono sempre le medesime attrattive. È deleterio pensare che i valdostani vogliano sempre “riempirsi il muso” e che un ennesimo “palchetto” con annesso raduno di coscritti sia un’attrattiva di cui andare fieri. È ipocrita lamentarsi un giorno della mancanza di fondi e poi sperperarli in iniziative anacronistiche. Continua…
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