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buttato dentro il 4 Novembre 2007 |
alle ore 12:32 |
da Alessandro Mano |
nelle categorie cultura, stra-cult, tivì |
parlando di gioiosi argomenti quali ad esempio daniele luttazzi, editto bulgaro, la 7, silvio berlusconi, sofia, tvblog |
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Ah Lutta’, c’hai fatto aspettare tutto sto tempo e ci fornisci sto repertorio di battute già sentite, confezionate in uno stile fancazzista, in uno studio vuoto, con applausi finti e il montaggio degno di una tv locale? Puoi far di meglio…
Mi sembra che tu ti sia focalizzato troppo sul passato, volendo fare un riassunto delle puntate precedenti che però, ai 700mila ascoltatori della serata, sarà stato in gran parte già noto. Gli spunti nuovi sono interessanti, ma la confezione è da ritoccare. Su, Lutta’, ce la puoi fare.
Da salvare, a prescindere: l’inizio. Non c’è niente di meglio di una pernacchia per rispondere a Silvio Berlusconi da Sofia.
PS: come sempre, TVblog piscia più lungo di tutti e fa l’analisi perfetta del programma.
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buttato dentro il 16 Aprile 2005 |
alle ore 11:20 |
da Alessandro Mano |
nelle categorie aosta, giornalismo, politica |
parlando di gioiosi argomenti quali ad esempio albergo, editto bulgaro, europa, europarlamento, fabio fazio, istat, italia, lilli gruber, media, michele santoro, nichi vendola, regime, roberto mancini, sciuscia, sofia, tir, union valdotaine, uniti per aosta, università, wojciech jaruzelski |
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Ho assistito ieri sera ad Aosta, in uno squallidissimo albergo chiuso per anni e in fase di riapertura, ad un dibattito al quale ha partecipato Michele Santoro. Invitato da Roberto Mancini e da una lista che parteciperà alle prossime elezioni comunali, Uniti per Aosta. Tema la libertà, Santoro ha spaziato dall’Europarlamento, alla crisi del berlusconismo, al successo di Vendola, ai suoi Sciuscià, per arrivare, da profano, ai problemi valdostani.
Ha parlato di regime, ridimensionando l’orwelliana prosopopea (ho imparato questa parola ieri sera da Mancini) fatta da alcuni uomini di sinistra. Il regime esiste, ma è mediatico. L’appiattimento generale dei contenuti e le epurazioni bulgare del nostro giovane premier da Sofia minano il libero arbitrio e la libertà di scelta portando ad un pensiero unico su 6 reti (o 7). Non c’è più contrapposizione, non c’è più libertà tanto che l’ottimo Fazio sembra compiere azioni eroiche quando invita Lilli Gruber (o, aggiungo io, Jaruselski) alla propria trasmissione. Non c’è più intelligenza, altro che ricerca. E il nostro Paese è fermo, immobile. Perde vitalità e si riempie le narici di robaccia.
Un parallelo che può essere attuato anche a livello locale: monopolio dell’informazione, assoluto delirio dello spirito critico, sopito sotto strati e strati di “va bene così” e di persone che, in fondo, “l’é tan brao”…
Aosta è città turistica solo per l’ISTAT. Non c’è la formula magica, dice Mancini. Ma qualcosa bisognerà pur fare. L’Università non è libera, caso unico in Italia (e, aggiungo io, in Europa). Il centro cittadino è invaso da più camion dell’autostrada. Nessuno però ha la voglia di drizzare la schiena (ormai quasi tutti l’hanno piegata, non come Santoro), alzarsi e alzare la voce.
Santoro conclude replicando all’immancabile domanda “tornerà in tivì?”. Lo fa citando una celeberrima puntata di Sciuscià – Emergenza guerra in cui l’hanno fatta da padrone i punti interrogativi. Il suo obiettivo era rivoluzionare il modo di fare politica e attualità in televisione, quando non era ancora sintonizzata a reti unificate sulla demenza. E lascia il pubblico valdostano con un altro punto interrogativo. L’Union Valdotaine è imbattibile, punto interrogativo?
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