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buttato dentro il 15 Aprile 2008 |
alle ore 17:32 |
da Alessandro Mano |
nelle categorie politica |
parlando di gioiosi argomenti quali ad esempio alessandra mussolini, alfonso pecoraro scanio, alitalia, antipolitica, beppe grillo, casta, cesare previti, ciriaco de mita, clemente mastella, confindustria, daniela santanche, elezioni, enrico boselli, ero, europa, fasmismo, fausto bertinotti, francesco rutelli, francesco storace, franco giordano, gianni de michelis, giorgio napolitano, giuliano ferrara, giuseppe ciarrapico, il foglio, irlanda, la 7, malpensa, marcello dell'utri, maurizio gasparri, paolo ferrero, parlamento, partito democratico, pil, roberto calderoli, romano prodi, silvio berlusconi, umberto bossi, unione europea, vincenzo visco, vladimir luxuria |
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La serie di post “L’inizio della fine” che, molto salturiamente, ha raccolto l’ascesa del grillismo e la caduta del governo Prodi, le elezioni e il ritorno di Silviuccio, si conclude qui. Almeno per il momento.
In poco più di un mese, il quadro politico è letteralmente crollato: la fine per molti, ma non esattamente la stessa fine che molti elettori “anti-casta” si auguravano. Segno ancora una volta dello scollamento della capi dalla base, del masochismo di alcuni parti politiche, della relatività delle leggi elettorali e della scomparsa delle ideologie fini a sé stesse (finalmente non esisterà in Parlamento il partito del no, non ci sarà chi parla di abolizione della proprietà privata e magari tra qualche anno avremo una sinistra vera e moderna). Per la destra non vale lo stesso discorso (ancora troppi delinquenti in Parlamento, troppi fascisti, troppi conflitti di interessi), ma non si può avere sempre tutto…
Detesto Grillo, come avrete capito in questi mesi, e l’antipolitica, ma non posso però che essere felice per tutti questi leader politici di cui ci siamo liberati: Fausto Bertinotti (secondo le vane promesse, avrebbe dovuto lasciare due anni fa); Alfonso Pecoraro Scanio (l’ecologismo e il suo contrario in una sola persona); Enrico Boselli («il Paese non può vivere senza socialisti»: si è visto); Gianni De Michelis (uff… che fatica… è ricco di famiglia e ha sempre un salvagente); Ciriaco De Mita (uff… che fatica… risuscita sempre il terzo giorno); Clemente Mastella (un addio tutt’altro che definitivo, ahimé); Francesco Storace (il tergicristallo della destra), Franco Giordano (komunista!), Francesco Rutelli (alleluia!). Continua…
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buttato dentro il 24 Gennaio 2008 |
alle ore 20:02 |
da Alessandro Mano |
nelle categorie giornalismo, politica, web |
parlando di gioiosi argomenti quali ad esempio clemente mastella, domenico fisichella, elezioni, giuliano ferrara, lamberto dini, marco follini, moana pozzi, pierferdinando casini, sergio de gregorio, udeur |
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Mentre al Senato succede di tutto, nella blogosfera italiana tutti scrivono di tutto, i giornalisti sparano qualsiasi cosa che gli passi per la testa, e Ferrara è sempre più intelligente, una delle convinzioni più trasversali è che serva assolutamente una nuova legge elettorale con sbarramenti più alti.
Balle.
Balle.
Balle.
I piccoli partiti non hanno senso, ma alle elezioni sono deboli. E’ dopo che diventano forti. E ancora più forti lo diventano se alle elezioni non esistevano.
Scissioni, nuovi partiti, gruppo misto, singoli deputati dissidenti, sono loro il problema: e non c’è soluzione, se non un cambiamento profondo nell’etica politica, per tagliar loro la testa. Anche se Follini, Dini, De Gregorio, Fisichella, Pozzi (Moana) e Casini si presentassero insieme, si dividerebbero inevitabilmente dopo. Non serve una laurea o un posto da direttore di giornale, per capirlo…
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buttato dentro il 13 Dicembre 2007 |
alle ore 12:55 |
da Alessandro Mano |
nelle categorie cultura, giornalismo, tivì |
parlando di gioiosi argomenti quali ad esempio cacca, cioccolato, daniele luttazzi, giuliano ferrara, la 7, letame |
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Un sunto sulla vicenda Luttazzi-Ferrara-La7 lo ha fatto mio padre, pur non avendola seguita per nulla: «Ferrara ha il letame nella testa».
Nell’immagine – non lasciatevi ingannare – del cioccolato.
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buttato dentro il 8 Dicembre 2007 |
alle ore 20:32 |
da Alessandro Mano |
nelle categorie cultura, tivì |
parlando di gioiosi argomenti quali ad esempio abu ghraib, aldo grasso, daniele luttazzi, giuliano ferrara, joseph ratzinger, la 7, la repubblica, otto e mezzo, papa, satira, silvio berlusconi, tvblog |
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Riporto soltanto un pensiero, di tale “alesferri” su TvBlog, che condivido in pieno: «Non mi pare sia stato colto il punto nodale della satira di Luttazzi: gli abusi dei soldati americani sui prigionieri iracheni, quegli abusi commessi nel contesto di una guerra abusiva e pretestuosa, avallata anche da Berlusconi e in maniera ossessiva e pervicace difesa da Ferrara. Come consolarsi pensando a delle persone che nella realtà, all’interno di un intervento bellico nato sulle menzogne e perpetrato a fini di parte, hanno persino subito umiliazioni di defecazione e urinazione coatta sui loro corpi? Pensando ad una scena surreale dove il protagonista passivo di tale violenza diventi il giornalista che più ha difeso quella guerra, e i suoi aggressori diventino quegli stessi personaggi politici che quella guerra hanno voluto con il suo convinto plauso. E’ chiaramente una paradosso che usa tinte forti, ma quelle stesse tinte forti di una verità fatta di accadimenti realmente svoltisi, spesso insabbiata o facilmente dimenticata, la quale egli invece vuole riportare sotto luce critica. La battuta può essere giudicata da alcuni stilisticamente volgare (a mio avviso non lo è in quanto non è la scena che egli evoca non è volgare gratuitamente, in quanto non è fine a se stessa), ma è comunque lapalissiano che non sia offensiva verso Ferrara, in quanto genialmente ideata come feroce critica verso le sue idee, non verso la sua persona. In questa vicenda della cancellazione di Luttazzi la battuta su Ferrara mi sembra evidentemente un pretesto, anche per la modalità tempistica con cui è avvenuta. La puntata era stata registrata, ma è cmq andata in onda (due volte, ndr). Questa decisione è arrivata dopo molto tempo rispetto alla trasmissione della puntata sulla guerra, guarda caso alla vigilia di una nuova puntata dedicata all’enciclica del Papa, probabilmente questo sì un tema scottante passabile persino di censura preventiva. Vergognoso anche la censura del Tg La7, grave alla stessa stregua di questa ennesima cancellazione del pensiero libero e di una satira intellettualmente raffinata, anche, ma non solo, in virtù di volgarità mai utlizzata in maniera scontata o deconstetualizzata».
Non si spiega invece La7: “la libertà assoluta comporta un grande senso di responsabilità“. Se io sono libero di fare ciò che voglio, non ho responsabilità. Altrimenti, decidetelo prima…
Tra le persone che evidentemente hanno un concetto di “libertà assoluta” limitato, è comunque pregevole la posizione di Aldo Grasso, depurandola dai presunti insulti a Ferrara.
Aggiornamento 10 dicembre: Ferrara scrive alla Repubblica riconoscendo la battuta (forte e di cattivo gusto) di Luttazzi come satira, e invitando Luttazzi a “Otto e mezzo”.
Nell’immagine, Giuliano Ferrara che si butta in una vasca da bagno adatta alle sue dimensioni, in attesa di un trattamento “alla Abu Ghraib”.
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