|
buttato dentro il 21 Gennaio 2009 |
alle ore 18:39 |
da Alessandro Mano |
nelle categorie politica |
parlando di gioiosi argomenti quali ad esempio abu mazen, australia, austria, barack obama, canada, commissione di vigilanza rai, comunismo, eluana englaro, fondamentalismo, franco frattini, germania, guerra, hamas, islam, islanda, israele, italia, medio oriente, michele santoro, norvegia, palestina, rai, repubblica ceca, sharm el-sheikh, svezia, ungheria, usa, wikipedia |
se hai qualcosa da dire leggi i 6 commenti e aggiungine un altro » |
Barack arrivò, Israele si ritirò e Abu Mazen telefonò in America. La tregua sembra reggere, tutto è bene quel che finisce bene.
Insomma… 1315 morti, 5300 feriti tra i palestinesi, 13 morti e 420 feriti tra gli israeliani. Una situazione molto più instabile di prima, un movimento terroristico rafforzato. Un’opinione pubblica che pensa già ad altro. In Italia, soprattutto, sembra che non sia successo nulla: Frattini è a Sharm el-Sheikh, ma se ci fosse in vacanza poco cambierebbe. Ormai, oltre alle notizie dell’insediamento di Obama, anche Eluana e la Vigilanza Rai sono tornate tra le notizie a cui i quotidiani danno più spazio.
La mappa in alto, tratta da Wikipedia, racconta come hanno reagito i governi delle Nazioni del mondo alla guerra dichiarata dagli israeliani ad Hamas, dimenticandosi che c’erano di mezzo un po’ di civili. In nero, Israele e Palestina. In blu, gli Stati che hanno appoggiato al cento per cento Israele. Sono gli Stati Uniti, il Canada, l’Australia, la Germania, l’Austria, la Repubblica Ceca (presidente di turno dell’Unione Europea) e l’Ungheria. Ah, dimenticavo ovviamente l’Italia. Qui da noi sembra così scontato appoggiare Israele che chi dice che il conflitto è sbagliato a prescindere (in verde) e chi dice che Israele fa un uso abnorme della forza militare (in arancio) passa per fazioso.
Ma, a ben guardare, tutti i governi occidentali hanno adottato una di queste due posizioni. E all’Italia avrebbe fatto onore un bel verde, con un governo normale. Continua…
|
buttato dentro il 14 Settembre 2006 |
alle ore 20:48 |
da Alessandro Mano |
nelle categorie politica, tivì |
parlando di gioiosi argomenti quali ad esempio annozero, marco travaglio, michele santoro, piero angela, rogoredo, superquark |
se hai qualcosa da dire scrivilo qui » |
Santoro è tornato in tv. Notizia da prima pagina per alcuni quotidiani. Dopo il primo stacco pubblicitario, il mio pensiero è che Santoro si è “Pieroangelizzato”. Un filmato di animali in apertura, con i rondisti di Rogoredo, l’opinione di uno zoologo, l’angolo della sociologia con Marco Travaglio. Manca solo “Scienza in cucina” e la rubrica sulla sessualità, e poi “Anno zero” diviene un clone di “SuperQuark”.
|
buttato dentro il 25 Marzo 2006 |
alle ore 13:44 |
da Alessandro Mano |
nelle categorie politica |
parlando di gioiosi argomenti quali ad esempio antille, bruno vespa, clemente mimun, corrado guzzanti, corriere della sera, enrico mentana, francesco rutelli, maurizio belpietro, michele santoro, radio, rai, sabina guzzanti, silvio berlusconi, tv |
se hai qualcosa da dire scrivilo qui » |
Ho una piccola serie di sogni, insignificanti forse, per l’11 aprile prossimo.
Vorrei tornare a vedere in televisione Michele Santoro. Vorrei che si potesse invitare liberamente chiunque in Rai senza che nessuno rischi il posto. Vorrei tornare a sentire o leggere Luttazzi e la sua satira tagliente. Vorrei rivedere Guzzanti fare Rutelli e la sorella Berlusconi. Vorrei che Mimum si prendesse sei mesi di ferie alle Antille e che non passi più il suo tempo a manipolare notizie per qualcuno. Vorrei avere un’alternativa seria a Vespa e Mentana. Vorrei che in televisione, in radio, sui giornali, si possa tornare liberamente a parlare di ciò che si vuole senza nessuno che alzi i toni e insulti qualcun altro. Vorrei poter leggere il Corriere senza credere che sia un quotidiano Komunista. Vorrei sentire qualcuno che dice a Belpietro che non ha ragione. Vorrei vedere meno auto bruciate e meno braccia tese e pugni chiusi.
|
buttato dentro il 16 Aprile 2005 |
alle ore 11:20 |
da Alessandro Mano |
nelle categorie aosta, giornalismo, politica |
parlando di gioiosi argomenti quali ad esempio albergo, editto bulgaro, europa, europarlamento, fabio fazio, istat, italia, lilli gruber, media, michele santoro, nichi vendola, regime, roberto mancini, sciuscia, sofia, tir, union valdotaine, uniti per aosta, università, wojciech jaruzelski |
se hai qualcosa da dire scrivilo qui » |
Ho assistito ieri sera ad Aosta, in uno squallidissimo albergo chiuso per anni e in fase di riapertura, ad un dibattito al quale ha partecipato Michele Santoro. Invitato da Roberto Mancini e da una lista che parteciperà alle prossime elezioni comunali, Uniti per Aosta. Tema la libertà, Santoro ha spaziato dall’Europarlamento, alla crisi del berlusconismo, al successo di Vendola, ai suoi Sciuscià, per arrivare, da profano, ai problemi valdostani.
Ha parlato di regime, ridimensionando l’orwelliana prosopopea (ho imparato questa parola ieri sera da Mancini) fatta da alcuni uomini di sinistra. Il regime esiste, ma è mediatico. L’appiattimento generale dei contenuti e le epurazioni bulgare del nostro giovane premier da Sofia minano il libero arbitrio e la libertà di scelta portando ad un pensiero unico su 6 reti (o 7). Non c’è più contrapposizione, non c’è più libertà tanto che l’ottimo Fazio sembra compiere azioni eroiche quando invita Lilli Gruber (o, aggiungo io, Jaruselski) alla propria trasmissione. Non c’è più intelligenza, altro che ricerca. E il nostro Paese è fermo, immobile. Perde vitalità e si riempie le narici di robaccia.
Un parallelo che può essere attuato anche a livello locale: monopolio dell’informazione, assoluto delirio dello spirito critico, sopito sotto strati e strati di “va bene così” e di persone che, in fondo, “l’é tan brao”…
Aosta è città turistica solo per l’ISTAT. Non c’è la formula magica, dice Mancini. Ma qualcosa bisognerà pur fare. L’Università non è libera, caso unico in Italia (e, aggiungo io, in Europa). Il centro cittadino è invaso da più camion dell’autostrada. Nessuno però ha la voglia di drizzare la schiena (ormai quasi tutti l’hanno piegata, non come Santoro), alzarsi e alzare la voce.
Santoro conclude replicando all’immancabile domanda “tornerà in tivì?”. Lo fa citando una celeberrima puntata di Sciuscià – Emergenza guerra in cui l’hanno fatta da padrone i punti interrogativi. Il suo obiettivo era rivoluzionare il modo di fare politica e attualità in televisione, quando non era ancora sintonizzata a reti unificate sulla demenza. E lascia il pubblico valdostano con un altro punto interrogativo. L’Union Valdotaine è imbattibile, punto interrogativo?
Commenti recenti