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buttato dentro il 3 Giugno 2009 |
alle ore 16:32 |
da Alessandro Mano |
nelle categorie aosta, genialità, politica |
parlando di gioiosi argomenti quali ad esempio alder tonino, aosta, brescia, genova, metropolitana, milano, pila, roma, satira |
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Torino ha inaugurato la sua metropolitana in occasione del Giochi olimpici ed è oggi giunta ad avere una sola linea di nove chilometri e mezzo. Ha 900 mila abitanti e un’area metropolitana da un milione e mezzo.
Milano ha tre linee di metropolitana e arriverà nei prossimi anni a cinque. Oggi conta già 75 chilometri di linee, in parte interrate, in parte a cielo aperto o sopraelevate. Ha 88 stazioni e nelle sole ore di punta trasporta in totale quasi 8 mila persone al giorno.
Genova ha una linea di metropolitana leggera di cinque chilometri, con sette stazioni. La linea ferroviaria delle FS è interrata.
Brescia (190 mila abitanti, mezzo milione nell’area vasta) sta costruendo la propria metropolitana leggera interrata di cinque chilometri e mezzo dopo una discussione durata vent’anni.
Roma ha due linee per circa 38 chilometri. Ha quasi tre milioni di abitanti che non l’amano e non la usano, tanto che ha rischiato più volte il fallimento.
Aosta, 35 mila abitanti, 50 mila circa nell’area metropolitana, studia di costruire due linee di metropolitana per uno sviluppo totale di circa 2600 metri. Roba da Guinness. Una linea nord-sud dall’Ospedale Parini alla Biblioteca regionale alla funivia Aosta – Pila (850 metri in tutto, 12-13 minuti a passo svelto), una est-ovest dall’Arco d’Augusto a Corso Battaglione Aosta, passando per una fermata ai giardini pubblici (1700 metri circa, 25 minuti a piedi, ). Due linee che – almeno per quando annunciato – non si incrociano e non incrociano stazioni ferroviarie o di bus. Continua…
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buttato dentro il 29 Maggio 2009 |
alle ore 10:44 |
da Alessandro Mano |
nelle categorie aosta, genialità, politica |
parlando di gioiosi argomenti quali ad esempio albino, alder tonino, allo bus, allo nuit, ansa, aosta, legambiente, metropolitana, satira, stambecco |
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Aosta avrà la sua metropolitana. Per la prima volta una cittadina di appena 35mila abitanti avrà un servizio di trasporto interrato, veloce, economico e a basso impatto ambientale.
Dopo mesi di dibattiti pubblici, discussioni sui principali organi di stampa (esce ormai un’Ansa al giorno), accapigliamenti tra stessi colleghi di partito, studi di fattibilità, procedure e analisi, si è giunti alla conclusione che, in occasione della costruzione del teleriscaldamento per la città e la prima collina, verrà affiancato a questo tunnel anche una talpa che fornirà un servizio a chiamata, scarrozzando chiunque in qualunque punto della città. Dopo “Allò Bus“, l’autobus a chiamata che effettua trasporto tra qualunque fermata stradale di Aosta e collina, “Allò Metrò” effettuerà lo stesso, ma in maniera rapida e meno impattante, e soprattutto senza doversi scontrare con il caotico traffico cittadino.
E’ allo studio anche l’istituzione di “Metrò Nuit“, il servizio notturno: Legambiente però si oppone. «Lo stridore di lame diamantate per aprire un varco nel sottosuolo aostano toglierebbe il sonno a tutti gli abitanti della città, e sarebbe deleterio per lo stambecco albino, che da poco si è stabilito nei giardini pubblici della stazione».
Soddisfatto invece il PD, con Alder Tonino: «Più metropolitano di questo, non ce n’è».
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buttato dentro il 18 Febbraio 2008 |
alle ore 13:59 |
da Alessandro Mano |
nelle categorie storie di vita vissuta |
parlando di gioiosi argomenti quali ad esempio birra, bud, dramma, francia, gisele bundchen, janet jackson, miller, satira, superbowl, tv, usa, vino |
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Potevo scrivere che, all’inizio, avevo capito che gli americani si erano scandalizzati perché Gisele aveva bevuto un alcolico in diretta tv. Orrore, dopo le tette fiuriuscite negli scorsi anni, il Superbowl avrebbe trasformato i bambini americani in ubriaconi molesti, dopo che la crescita gli si era fermata per aver visto le intimità di Janet Jackson.
Ho capito soltanto dopo che la polemica era nata patriotticamente tra il vino, snob e francese, e la birra, rude e yankee: Gisele poteva anche stramazzare al suolo per i fumi dell’alcol in diretta tv, ma doveva farlo con una Miller, o meglio una Bud…
Bene, tutto questo pourparler finirà presto. Scrivo comunque per comunicare alla gentil pulzella che, se avesse mai bisogno di una spalla su cui disperarsi, noialtri siamo tutti qui: vino, birra e pure sanbitter, sono pronti… Li mescoliamo anche, se serve…
PS: non si capisce perché, per raccontare questo dramma, i quotidiani abbiano utilizzato tutti le foto della sfilata qui sopra…
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buttato dentro il 8 Dicembre 2007 |
alle ore 20:32 |
da Alessandro Mano |
nelle categorie cultura, tivì |
parlando di gioiosi argomenti quali ad esempio abu ghraib, aldo grasso, daniele luttazzi, giuliano ferrara, joseph ratzinger, la 7, la repubblica, otto e mezzo, papa, satira, silvio berlusconi, tvblog |
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Riporto soltanto un pensiero, di tale “alesferri” su TvBlog, che condivido in pieno: «Non mi pare sia stato colto il punto nodale della satira di Luttazzi: gli abusi dei soldati americani sui prigionieri iracheni, quegli abusi commessi nel contesto di una guerra abusiva e pretestuosa, avallata anche da Berlusconi e in maniera ossessiva e pervicace difesa da Ferrara. Come consolarsi pensando a delle persone che nella realtà, all’interno di un intervento bellico nato sulle menzogne e perpetrato a fini di parte, hanno persino subito umiliazioni di defecazione e urinazione coatta sui loro corpi? Pensando ad una scena surreale dove il protagonista passivo di tale violenza diventi il giornalista che più ha difeso quella guerra, e i suoi aggressori diventino quegli stessi personaggi politici che quella guerra hanno voluto con il suo convinto plauso. E’ chiaramente una paradosso che usa tinte forti, ma quelle stesse tinte forti di una verità fatta di accadimenti realmente svoltisi, spesso insabbiata o facilmente dimenticata, la quale egli invece vuole riportare sotto luce critica. La battuta può essere giudicata da alcuni stilisticamente volgare (a mio avviso non lo è in quanto non è la scena che egli evoca non è volgare gratuitamente, in quanto non è fine a se stessa), ma è comunque lapalissiano che non sia offensiva verso Ferrara, in quanto genialmente ideata come feroce critica verso le sue idee, non verso la sua persona. In questa vicenda della cancellazione di Luttazzi la battuta su Ferrara mi sembra evidentemente un pretesto, anche per la modalità tempistica con cui è avvenuta. La puntata era stata registrata, ma è cmq andata in onda (due volte, ndr). Questa decisione è arrivata dopo molto tempo rispetto alla trasmissione della puntata sulla guerra, guarda caso alla vigilia di una nuova puntata dedicata all’enciclica del Papa, probabilmente questo sì un tema scottante passabile persino di censura preventiva. Vergognoso anche la censura del Tg La7, grave alla stessa stregua di questa ennesima cancellazione del pensiero libero e di una satira intellettualmente raffinata, anche, ma non solo, in virtù di volgarità mai utlizzata in maniera scontata o deconstetualizzata».
Non si spiega invece La7: “la libertà assoluta comporta un grande senso di responsabilità“. Se io sono libero di fare ciò che voglio, non ho responsabilità. Altrimenti, decidetelo prima…
Tra le persone che evidentemente hanno un concetto di “libertà assoluta” limitato, è comunque pregevole la posizione di Aldo Grasso, depurandola dai presunti insulti a Ferrara.
Aggiornamento 10 dicembre: Ferrara scrive alla Repubblica riconoscendo la battuta (forte e di cattivo gusto) di Luttazzi come satira, e invitando Luttazzi a “Otto e mezzo”.
Nell’immagine, Giuliano Ferrara che si butta in una vasca da bagno adatta alle sue dimensioni, in attesa di un trattamento “alla Abu Ghraib”.
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buttato dentro il 18 Settembre 2007 |
alle ore 15:36 |
da Alessandro Mano |
nelle categorie recensioni, stra-cult, tivì |
parlando di gioiosi argomenti quali ad esempio abraham simpson, bart simpson, cletus spuckler, doppiaggio, homer simpson, italia, italia1, lisa simpson, maggie simpson, ned flanders, nelson muntz, ralph wincester, satira, simpson |
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Tralascerò di girare il dito nella piaga del doppiaggio (da Ralph Wincester e Abe Simpson sballati, a Lisa che dice le “d” al posto delle “t”, all'”ah ah” di Nelson che è maldestramente deturpato…), del riciccio di vecchie idee già viste, del disegno spesso approssimativo (in alcune scene sono tutti larghi, in altre tutti stretti), della mancanza di una trama unitaria nella prima parte, del…
L’attesa che si era creata tra noi cultori dei Simpson aveva fatto sperare in qualcosa di meglio.
Ma tant’è… quando Homer in persona mi ha detto di stare seduto all’inizio dei titoli di coda, perchè il film non era ancora finito, sono stato attaccato alla poltrona fino a che, sempre Homer in persona, ci ha detto che si poteva andare. Rimanendo sì e no con altre dieci persone in sala. Continua…
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