Stessa diagnosi, prognosi opposta

| buttato dentro il 11 Agosto 2005 | alle ore 11:27 | da | nelle categorie aosta, turismo | parlando di gioiosi argomenti quali ad esempio , , , , , | se hai qualcosa da dire scrivilo qui » |

La stagione turistica estiva non sta andando bene, come ho già potuto scrivere. Stanze vuote in albergo, molti posti liberi in campeggio, l’unica categoria che sembra riscontrare un giusto e sacrosanto “tutto esaurito” sono gli agriturismi.
La risposta delle località e dei vari attori è però molto eterogenea: gli albergatori richiedono alla Regione un piano di sviluppo concertato; Courmayeur punta sulla creazione di un’immagine coerente, quella attuale si rivolge a tutti e a nessuno; Cogne punta sulla differenziazione dell’offerta, con la mania dello sci alpino a tutti i costi nonostante sia ormai un prodotto in declino.

L’Adava, associazione valdostana degli albergatori, ha dibattuto in una riunione la situazione critica del turismo in questa stagione di alti e bassi, proprio alla vigilia dell’altissima stagione di ferragosto. Non era mai successo prima.
Quali risultati ha partorito questa seduta straordinaria? Ciò che si va ripetendo da anni: serve maggiore coordinamento tra i diversi soggetti, pubblici e privati, ed è essenziale una visione a più lungo termine tramite un programma di sviluppo. Ce l’ha l’agricoltura, ce l’ha l’industria (e fanno entrambi piuttosto pena), perché mai non lo deve avere anche il turismo? “Noi albergatori siamo forse più brutti?” La pianificazione come panacea di tutti i mali, in un periodo in cui pianificare quante brioches comprare per la colazione dei clienti il mattino dopo è già un’utopia. Ma se ci mette le mani la Regione, tutto va bene. Vedi casinò, centrale del latte, Tecdis… Continua…


Come ti risollevo le vacanze

| buttato dentro il 31 Luglio 2005 | alle ore 12:42 | da | nelle categorie aosta, turismo | parlando di gioiosi argomenti quali ad esempio , | se hai qualcosa da dire scrivilo qui » |

A volte basta poco per cambiare il giudizio su di una vacanza. Basta una partita a “calcino” con qualche buzzicone valdostano e un gruppo di pistoiesi assonnato dal piattume di un locale di provincia si risveglia e, oltre al fresco e alle montagne, potrà ricordare un soggiorno nella dzenta valaje in modo positivo.
Ennesima dimostrazione che a fare la differenza sono persone ed attività e non milioni e enormi impianti.


A forza di “Al lupo! Al lupo!” agli albergatori non crede più nemmeno Cappuccetto Rosso

| buttato dentro il 29 Luglio 2005 | alle ore 15:49 | da | nelle categorie aosta, turismo | parlando di gioiosi argomenti quali ad esempio , , , , , , , , , , | se hai qualcosa da dire scrivilo qui » |

Quando i bambini sono piccoli, si insegna loro a non lamentarsi per qualsiasi sciocchezza, ma di dare il giusto peso alle proprie manfrine per evitare che, nel momento del vero pericolo, i nostri pargoli non vengano ascoltati. Evidentemente gli albergatori valdostani (e un po’ quelli di tutto l’occidente) non sono mai stati bambini. Da anni, estate inverno e primavera, stampa e televisione locali vanno ad interrogare gli esercenti turistici sull’andamento degli affari e sulle presenze. La risposta ormai è standard: va tutto male. Perfino nel 2003 qualcuno faceva il piangina. 2003, anno magico di 40°C per più di 40 giorni nelle grandi città del Nord Italia, durante il quale trovare un posto letto in Valle d’Aosta era peggio che trovare un italiano a Sharm el-Sheik di questi tempi. Quel 2003 oggi preso come “anno 0”, incredibile ed irripetibile pietra miliare del turismo di inizio secolo. Continua…


Il turismo nella valle del Gran San Bernardo: la mostra diffusa è molto diffusa

| buttato dentro il 22 Luglio 2005 | alle ore 21:46 | da | nelle categorie aosta, cultura, turismo | parlando di gioiosi argomenti quali ad esempio , , , , , , , , , , , , , , , | se hai qualcosa da dire scrivilo qui » |

La Valle d’Aosta non è fatta solo di località storiche e chic come Courmayeur e Cervinia, di “cittadine del malaffare” come Saint-Vincent, di stazioni sciistiche rinomate come Pila o La Thuile. La Valle d’Aosta è soprattutto piccole località sparse tra la bassa e la media montagna, con un’economia ancora agro-silvo-pastorale e dimenticate (per fortuna) dalle grandi masse e dallo sviluppo turistico degli anni ruggenti, ’60 e ’70. Etroubles e Saint-Rhémy-en-Bosses tentano così di fermare per un momento i tanti viaggiatori di passaggio nella valle del Gran San Bernardo per fargli conoscere questa realtà spesso dimenticata, con un pizzico di cultura. Continua…


Dobbiamo per forza impazzire anche noi?

| buttato dentro il 28 Febbraio 2004 | alle ore 13:21 | da | nelle categorie aosta, turismo | parlando di gioiosi argomenti quali ad esempio , , , , , , , , , , , | se hai qualcosa da dire scrivilo qui » |

Programma per la giornata: degustazione di prodotti ittici della costa adriatica e gara di velocità su rottame.
Sulle piste da sci valdostane non sanno più che cosa inventarsi per attirare turisti, e ricorrono agli espedienti più “alternativi”.
Pazzesco.
Pare logico chidersi se il turista viene in questa bella valle per vedere le tradizioni locali e gustare i prodotti della terra e della montagna o per assaggiare il pesce di Rimini? E inoltre ancora è normale domandarsi che attrattività può avere una gara su pista da sci per rottami? Evidentemente dopo lunghi calcoli e congetture si è arrivati alla conclusione che nella diversificazione dell’offerta turistica serve anche questo.
Per altri, quelli forse che fanno meno congetture e puntano di più alla pratica, invece, servirebbero palazzetti dello sport, piscine, discoteche e strutture per i giovani, clientela che è subito stanca di un ingrediente e tende a cambiare in fretta, senza remore psicologiche. E certamente nei prossimi anni, se non ha trovato un’accoglienza su misura, sceglierà la concorrenza di stazioni sciistiche più moderne o cambierà addirittura settore per puntare su una vacanza marina anche in inverno.
La clientela tradizionale ama le peculiarità del territorio, della gastonomia, del folklore. Ma sinceramente del pesce e dei rottami non gliene può fregare di meno. La clientela nuova (spesso giovane) ama le stesse cose degli abitués, ma non vuole rinunciare agli svaghi e al divertimento di tutti i giorni.
Diamoglielo, caspita… Non pare una cosa impossibile o fuori dal mondo…